“La Suprema Corte di Cassazione annulla senza rinvio l’ordinanza che aveva disposto il sequestro preventivo dell’immobile in proprietà della famiglia Greco di Cariati e nel quale la società IGreco Ospedali riuniti avrebbe voluto far sorgere un presidio ospedaliero di cui la costa tutta aveva grande necessità”.
Lo rendono noto i legali della famiglia Greco, Vincenzo Belvedere e Giuseppe Labonia, che parlano di “macroscopico errore” di cui si è “doluta anche la Procura Generale presso la Suprema Corte”. “Sugli stessi presupposti, di violazioni di norme urbanistiche, ricordiamo che, addirittura, – scrivono i due legali – pochi mesi or sono, erano state richieste ed ottenute finanche misure cautelari personali, rivisitate ampiamente dai giudici superiori”.
Lo rendono noto i legali della famiglia Greco, Vincenzo Belvedere e Giuseppe Labonia, che parlano di “macroscopico errore” di cui si è “doluta anche la Procura Generale presso la Suprema Corte”. “Sugli stessi presupposti, di violazioni di norme urbanistiche, ricordiamo che, addirittura, – scrivono i due legali – pochi mesi or sono, erano state richieste ed ottenute finanche misure cautelari personali, rivisitate ampiamente dai giudici superiori”.
Il sequestro preventivo era stato emesso nell’ambito dell’operazione “Platone”, coordinata dalla Procura del Tribunale di Castrovillari (Cosenza) che aveva ipotizzato a carico del sindaco di Cariati, Filomena Greco, del responsabile dell’Ufficio Tecnico comunale, Giuseppe Fanigliulo, e di Saverio Greco il reato di corruzione aggravata sul presupposto che l’immobile fosse stato oggetto di permessi edilizi rilasciati in contrasto alla normativa vigente. “In particolare, la Procura della Repubblica c\o il Tribunale di Castrovillari contestava la mancanza del parere rilasciato dell’Autorità di Bacino, – dicono i due avvocati – necessario per gli immobili ricadenti in zone sottoposte a vincolo idrogeologico. Tale erronea interpretazione della normativa vigente prospettata dalla Procura Castrovillarese si fondava sulla scorta di palesemente erronee valutazioni di un consulente”.