Cotticelli: “La Calabria non ha un piano Covid. Dovevo farlo io” (VIDEO)

di Bruno Mirante – E’ apparso totalmente impreparato, insicuro e a tratti impacciato. Il commissario inviato dal governo “gialloverde” nel 2018 per attuare il piano di rientro dal debito della sanità calabrese, l’ex generale dei carabinieri Saverio Cotticelli, ha appreso nel corso della trasmissione Titolo Quinto, programma di approfondimento giornalistico sulle questioni regionali condotto da Francesca Romana Elisei e Roberto Vicaretti, di essere proprio lui stesso il responsabile della mancata attuazione del piano di contrasto alla diffusione del Coronavirus. La trasmissione di Raitre ha analizzato in particolare la posizione delle regioni dichiarate zona rossa dall’ordinanza del ministro della Salute Speranza tra le quali la Calabria.

Il commissario ha palesato la mancata conoscenza di quali siano le sue competenze e in una prima fase ha dichiarato di non essere lui a dover redigere il programma operativo per la gestione dell’emergenza Covid: “Non sono io il responsabile – ha risposto al giornalista che lo incalzava – si sono dimenticati delle due regioni commissariate, la Calabria e il Molise, e hanno dato l’incarico al presidente della Giunta”.Ma il vero colpo di scena si raggiunge quando afferma di aver redatto allo scopo un quesito inviato al ministero per chiedere di chi fosse la competenza. Recupera il carteggio nell’altra stanza dove, fuori campo si ode la voce del sub commissario Maria Crocco che lo rimbrotta: “La devi finire! Quando fai queste cose devi andare preparato”, e solo davanti alle telecamere scopre di essere proprio lui competente in materia.

Il commissario ha palesato la mancata conoscenza di quali siano le sue competenze e in una prima fase ha dichiarato di non essere lui a dover redigere il programma operativo per la gestione dell’emergenza Covid: “Non sono io il responsabile – ha risposto al giornalista che lo incalzava – si sono dimenticati delle due regioni commissariate, la Calabria e il Molise, e hanno dato l’incarico al presidente della Giunta”.Ma il vero colpo di scena si raggiunge quando afferma di aver redatto allo scopo un quesito inviato al ministero per chiedere di chi fosse la competenza. Recupera il carteggio nell’altra stanza dove, fuori campo si ode la voce del sub commissario Maria Crocco che lo rimbrotta: “La devi finire! Quando fai queste cose devi andare preparato”, e solo davanti alle telecamere scopre di essere proprio lui competente in materia.

“Sono io”, ammette dando l’impressione di aver letto per la prima volta quel documento. Ed allora prova goffamente a correggere il tiro affermando di essere sul punto di realizzare il Piano: “La settimana prossima è pronto”. Fino alla amara e arrendevole conclusione: “Cosa vuole che le dica, dottore, tanto domani mattina mi cacciano”.

Il programma operativo per la gestione dell’emergenza, era stato richiesto dal Governo alla Regioni a seguito dell’entrata in vigore del decreto legge Cura Italia e dello stanziamento di ingenti risorse per potenziare il sistema sanitario. Ma chi avrebbe dovuto redigerlo non è a conoscenza nemmeno dei posti letto disponibili nelle Terapie intensive degli ospedali regionali. Incalzato dal giornalista, infatti, Cotticelli, in un primo momento, afferma di averne addirittura raddoppiato il numero. Di fronte all’incredulità dell’interlocutore prova a correggersi ancora: “Ne abbiamo 150 già attivati ma siamo pronti ad implementare, adesso non mi ricordo esattamente il numero”. Anche qui chiede l’ausilio dei presenti e del sub commissario Crocco: “Quanti posti letto di terapia intensiva abbiamo attivato, Marì?” – chiede il generale dei carabinieri in pensione. La dottoressa risponde: “Non ne hai attivati, sono quelli che hai previsto nel piano”. A un certo punto entra in scena una terza persona che numeri alla mano afferma che i posti letto attualmente attivati sono 55, per un totale di 161. “La fonte di questa informazione chi è? – chiede il giornalista e la risposta pare la degna conclusione di un manifesto all’incompetenza: “No, io faccio un altro mestiere, – risponde l’uomo – faccio l’usciere”.

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