“Tra i pilastri dell’azione anti contagio, con il distanziamento, l’uso delle mascherine e l’igiene figura anche la corretta gestione del ricambio d’aria all’interno degli ambienti chiusi”. E’ quanto sottolineato da Gaetano Settimo, del dipartimento Ambiente e Salute dell’Iss. “Parlo sia di ricambio naturale sia di ricambio meccanico, nel caso di edifici dotati di specifici impianti di ventilazione – ha continuato Settimo – In particolare per gli ambienti domestici abbiamo ribadito più volte quanto sia importante aprire finestre e balconi”, quanto questo possa rappresentare “un elemento di mitigazione del rischio”.
Per quanto tempo bisogna aerare?
Per quanto tempo bisogna aerare?
In linea di massima, ha spiegato Settimo, “le finestre andrebbero aperte per 5-10 minuti ogni ora: naturalmente questa indicazione può risentire delle dimensioni della stanza, del tipo di attività che vi viene svolta, del numero delle persone presenti, ma si tratta di una base importante di partenza per ridurre le concentrazioni del virus e mantenere una condizione microclimatica di buona qualità. Questo vale ancora di più in vista delle feste e dei pranzi festivi”. “Naturalmente – ha concluso Settimo – bisogna fare attenzione a non abbassare eccessivamente le temperature all’interno dei nostri appartamenti e, specie nelle grandi città, occorre aprire le finestre più lontane da vie trafficate per evitare l’introduzione dell’inquinamento esterno”.
“Negli ambienti domestici abbiamo una scarsa attenzione ai ricambi dell’aria e questo può rappresentare un elemento di criticità per la diffusione delle particelle virali di sarsCov2”, sottolinea Gaetano Settimo, del Dipartimento Ambiente e Salute dell’Iss, alla conferenza stampa sull’analisi della situazione epidemiologica. E insiste: “La qualità dell’aria degli ambienti indoor è un elemento di criticità per la diffusione delle particelle virali. Il ricambio d’aria di tutti gli ambienti chiusi è fondamentale”.