Crisi di governo, Draghi ottiene la fiducia. Atteso incontro con Mattarella

Mario Draghi ha ottenuto la fiducia del Senato sulla risoluzione Casini. Presenti 192 senatori, votanti 133, voti a favore 95, contrari 38

Mario Draghi ha ottenuto la fiducia del Senato sulla risoluzione Casini. Presenti 192 senatori, votanti 133, voti a favore 95, contrari 38, astenuti nessuno.  Il Senato è in numero legale perche’ i senatori del Movimento 5 Stelle erano presenti non votanti. Il centrodestra di Governo assente, FdI ha votato no. Al termine delle operazioni di voto la presidente Casellati ha sospeso la seduta e ha convocato la capigruppo. Una volta acquisito il risultato del Senato, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è stato visto uscire da Palazzo Chigi, ma non salirà al Quirinale questa sera. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, salirà probabilmente domani al Colle per riferire al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo il passaggio di oggi in Senato che ha di fatto sancito la fine dell’esecutivo. Il quorum è stato garantito dalla presenza in aula dei senatori 5Stelle che, tuttavia, non hanno votato. Sono invece usciti dall’Aula i senatori di Lega e Forza Italia che come i pentastellati non hanno votato la fiducia. Al Quirinale non è però ancora stata fissata un’agenda. Infatti il premier ha intenzione di recarsi anche alla Camera per il dibattito sulle sue comunicazioni. Solo al termine dei lavori dell’Assemblea di Montecitorio, deciderà di recarsi a riferire al Presidente della Repubblica. A quel punto il Capo dello Stato avrà tutti gli elementi per decidere come procedere. Se aprire eventuali consultazioni oppure se e quando sentire i presidenti del Senato, Elisabetta Casellati, e della Camera, Roberto Fico, per procedere poi allo scioglimento delle Camere. “Chiedo che sia posta il voto di fiducia presentata dal senatore Casini” Mario Draghi aveva concluso così la sua replica al Senato. La risoluzione prevedeva una sola riga: udite le comunicazioni del premier si approva.  Il centrodestra chiedeva un nuovo patto di governo ma va rinegoziato con un accordo che segni discontinuità e che prevedesse alcuni punti tra cui l’esclusione del Movimento 5 stelle e un’agenda rinnovata.

Letta: “Gli italiani alle urne saranno più saggi”

“In questo giorno di follia il Parlamento decide di mettersi contro l’Italia. Noi abbiamo messo tutto l’impegno possibile per evitarlo e sostenere il Governo Draghi. Gli italiani dimostreranno nelle urne di essere più saggi dei loro rappresentanti”. Lo scrive il segretario Pd, Enrico Letta, su Facebook e twitter.

Gelmini lascia Forza Italia: “Ha voltato le spalle agli italiani”

Mariastella Gelmini dopo il no alla fiducia a Draghi di Forza Italia lascia il partito. “Ho ascoltato gli interventi in Aula della Lega e di Forza Italia, apprendendo la volontà di non votare la fiducia al governo (esattamente quello che ha fatto il Movimento 5 Stelle giovedì scorso). In un momento drammatico per la vita del Paese – dichiara la ministra per gli affari regionali – , mentre nel cuore dell’Europa infuria la guerra e nel pieno vortice di una crisi senza precedenti, una forza politica europeista, atlantista, liberale e popolare oggi avrebbe scelto di stare, senza se e senza ma, dalla parte di Mario Draghi. Forza Italia ha invece definitivamente voltato le spalle agli italiani, alle famiglie, alle imprese, ai ceti produttivi e alla sua storia, e ha ceduto lo scettro a Matteo Salvini”, afferma.

La reazione del Movimento 5 Stelle

M5S freddo dopo il discorso di Mario Draghi al Senato. Al termine delle comunicazioni del presidente del Consiglio molti senatori pentastellati hanno sfilato nella Sala Garibaldi di Palazzo Madama senza rilasciare dichiarazioni. Qualcuno però non ha celato le proprie perplessità: “Il discorso di Draghi? Molto generico”, ha detto all’Adnkronos Mario Coltorti, presidente della Commissione Trasporti. La capogruppo Mariolina Castellone si è trincerata dietro un no comment: “Parleremo dopo”. Qualche parlamentare si è sfogato: “Avevamo chiesto impegni più precisi…”. Anche in Aula il Movimento ha dimostrato freddezza: sono stati pochi i passaggi dell’intervento di Draghi applauditi dai senatori. “Su lotta alle mafie, salario minimo e reddito di cittadinanza abbiamo applaudito. Di certo non l’abbiamo fatto sul nuovo invio di armi all’Ucraina…”, ha spiegato una senatrice. Qualcuno ha contestato il passaggio sulla necessità di una nuova riforma delle pensioni. E alla fine i pentastellati, così come la Lega, non applaudono la fine del discorso del premier, che ha chiesto alle forze politiche che sostengono il suo governo di “ricostruire il patto di fiducia”. Intanto il leader 5 Stelle Giuseppe Conte, dopo essersi riunito con i suoi fedelissimi, ha incontrato diversi parlamentari, insieme ai capigruppo 5 Stelle di Montecitorio e Palazzo Madama, Davide Crippa e Mariolina Castellone. Agli incontri partecipano anche i membri della delegazione governativa del Movimento e i vicepresidenti grillini. “E’ in corso un confronto sulle comunicazioni di Draghi”, si limitano a spiegare fonti M5S.

La ministra per gli affari regionali: “Oggi si doveva stare con Draghi, non posso restare un minuto di più”

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