Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Domenico Tallini, coinvolto nell’inchiesta “Farmabusiness” e arrestato lo scorso 19 novembre nell’ambito di un’operazione condotta dai carabinieri sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro sugli intrecci tra politica, imprenditoria e ‘ndrangheta nella distribuzione di farmaci. Accolta quindi l’istanza depositata nei giorni scorsi dagli avvocati Vincenzo Ioppoli, Valerio Zimatore e Carlo Petitto. Tallini torna quindi in libertà e resta indagato a piede libero con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio politico-mafioso.
I capi di imputazione
I capi di imputazione
Secondo le ipotesi di accusa, Tallini “pur non facendone organicamente parte concorreva nella partecipazione all’associazione di ‘ndrangheta dei Grande Aracri di Cutro”. In qualità di assessore regionale fino al 2014 e quindi candidato alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale della stesso anno e oggi consigliere regionale avrebbe fornito “un contributo concreto al rafforzamento delle capacità operative dell’associazione”. In cambio del sostegno elettorale, avrebbe promesso la sua disponibilità nei confronti dell’organizzazione di ‘ndrangheta per garantire ai referenti del sodalizio le condizioni per l’avvio prima e l’effettivo esercizio poi dell’attività imprenditoriale della distribuzione all’ingrosso dei prodotti farmaceutici. In particolare sarebbe intervenuto negli uffici pubblici per agevolare l’iter burocratico per il rilascio di necessarie autorizzazioni per la realizzazione del consorzio “Farma Italia” e della società “Farmaeko srl” che prevedeva la distribuzione dei medicinali da banco sul territorio nazionale. Avrebbe promosso la nomina del responsabile del relativo ambito amministrativo regionale concorrendo ad indurre le persone proposte a rilasciare la documentazione amministrativa. Avrebbe, inoltre, concorso nei progetti commerciali inerenti la distribuzione dei farmaci.
Lo scambio elettorale “politico-mafioso”
Tallini è anche indagato per scambio elettorale politico-mafioso. Secondo la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, durante le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale, datato novembre del 2014, avrebbe accettato dagli esponenti della cosca di ‘ndrangheta di Cutro la promessa di procurare voti in cambio della promessa di compiere in ambito politico amministrativo azioni a vantaggio degli interessi economici dei Grande Aracri. In particolare avrebbe speso il suo ruolo di assessore regionale uscente della Regione Calabria per favorire la conclusione dell’iter amministrativo per il rilascio delle autorizzazioni necessarie allo svolgimento dell’attività del consorzio “Farma Italia” riconducibile alla cosca di Cutro.
La difesa di Tallini
Mimmo Tallini si è difeso davanti al Tribunale del Riesame di Catanzaro dalle accuse mosse nei suoi confronti dalla Dda nel corso di un’udienza durata circa due ore. I suoi legali hanno depositato un’articolata memoria difensiva con la quale hanno evidenziato le fragilità dell’impianto accusatorio. Tra i punti sviluppati nel corso della sua arringa ci sono un paio di date e di circostanze che – a giudizio della difesa – potrebbero far vacillare il quadro costruito dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Il consorzio “Farmaeko” al centro dell’inchiesta nasce da un’idea sviluppata nel 2013 quando Tallini non sapeva ancora che un anno dopo si sarebbe andato a votare per il rinnovo del Consiglio regionale. L’allora assessore al Personale era uomo di punta di Forza Italia nell’esecutivo guidato da Giuseppe Scopelliti che sarebbe dovuto rimanere in carica fino al 2015. A sorpresa, però, quella legislatura finì anticipatamente per le dimissioni del governatore coinvolto in un procedimento giudiziario. L’altro particolare sottolineato dal legale difensore dell’indagato riguarda la legge elettorale. Prima di quella approvata nel giugno del 2014 con i “collegi” divisi su base provinciale, il bacino di voti di Tallini era sostanzialmente nella provincia di Catanzaro ed escludeva quella di Crotone, inserita successivamente nella nuova e attuale suddivisione: circoscrizione Nord (Cosenza), centro (Catanzaro, Crotone e Vibo), Sud (Reggio Calabria).
“Non mi ricandiderò più”
Proprio nel corso dell’udienza davanti al Riesame, Tallini ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee annunciando la sua volontà di non ricandidarsi più e di voler concentrarsi esclusivamente nel difendersi da quella che ritiene un’accusa infamante. (mi.fa.)