Fiumi di droga sull’asse Calabria-Sicilia, decine di arresti a Reggio Calabria

Alcuni elementi di spicco dell’organizzazione che controllava le piazze di spaccio trapanesi, avevano ipotizzato di creare una sorta di cartello, in modo da far lievitare il prezzo dello stupefacente
droga a reggio

La polizia di Trapani sta eseguendo decine di arresti e perquisizioni tra le province di Trapani e Reggio Calabria nei confronti di numerose persone accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, hanno permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza nei confronti di due organizzazioni criminali, tra loro collegate, operanti a Trapani e provincia, in grado di garantire il funzionamento di numerose piazze di spaccio ubicate in sia nel capoluogo che a Marsala.

I viaggi in Calabria

I viaggi in Calabria

Un primo gruppo, facente capo ai componenti di una nota famiglia criminale trapanese da tempo egemone in città nella gestione dei traffici di droga, secondo quanto ricostruito dal gip di Palermo, aveva organizzato più piazze di spaccio, dislocate in diversi punti della città. Un secondo gruppo, che vedeva gravemente indiziato quale elemento di vertice il figlio di un esponente della famiglia mafiosa di Paceco e tra gli aderenti un altro elemento già condannato in quanto ritenuto affiliato a Cosa Nostra, si occupava principalmente di garantire l’approvvigionamento delle sostanze, attraverso la raccolta del denaro, l’organizzazione dei viaggi da e per la Calabria e il mantenimento dei rapporti con soggetti vicini alle ndrine operanti nel Rosarnese.

Il “cartello”

Durante le indagini investigative dell’operazione, denominata convenzionalmente Acheron, sono state sequestrati oltre 35 chilogrammi di hashish e 5 di cocaina, e come risposta all’attività investigativa alcuni elementi ritenuti dalla Procura elementi di spicco dell’organizzazione che controllava le piazze di spaccio trapanesi, avevano ipotizzato di creare una sorta di “cartello”, in modo da far lievitare il prezzo dello stupefacente e poter così compensare le perdite subite. Nell’attività tuttora in corso sono impiegati oltre 150 uomini.

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