“Il 25 novembre ricorre come ogni anno la Giornata internazionale dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne. Nell etimologia stessa della parola violenza, ritroviamo la radice di un tale fenomeno drammatico che colpisce, soprattutto oggi, ampi segmenti della nostra società a prescindere da età ed estrazione sociale. In sé, la parola violenza contiene la sua essenza: violare i diritti, rompere, distruggere comunque violare. I dati parlano chiaro. Le donne si possono distruggere in vari modi. Dalla violenza domestica, quella assistita a quella sessuale, quella subdola che inganna, quella psicologica.
Oggi, preponderante, è soprattutto lo stalking, anche in forma cibernetica, che può arrivare poi a degenerare in azioni violente come non ultima quella che ha condotto in questi giorni alla morte di un bambino di 10 anni per mano di un padre che ha voluto soltanto vendicarsi di una madre”. Questa la nota stampa del Psi Catanzaro a firma di Rita Leone.
Oggi, preponderante, è soprattutto lo stalking, anche in forma cibernetica, che può arrivare poi a degenerare in azioni violente come non ultima quella che ha condotto in questi giorni alla morte di un bambino di 10 anni per mano di un padre che ha voluto soltanto vendicarsi di una madre”. Questa la nota stampa del Psi Catanzaro a firma di Rita Leone.
“Soffitto di cristallo”
“Per non parlare della forma di controllo – si legge – qual è la violenza a sfondo sessuale usata come forma di potere o cosiddetto soffitto di cristallo per impedire alle donne, in quanto tali, di fare carriera o entrare nelle pubbliche istituzioni. Quasi 7 milioni di donne in Italia, secondo l’Istat, hanno subito violenza, fisica o psicologica. E la narrazione cui troppo spesso abbiamo assistito sui mezzi di informazione, con parole che descrivono la vita del carnefice come di un uomo piegato dalla fatica, geloso o innamorato-tradito, è inaccettabile. Per contrastare la violenza di genere è necessario agire su più fronti, a partire dal sostegno che non deve mancare alla preziosa attività che svolgono i centri antiviolenza, favorendone una presenza capillare nel Paese.
Ma è bene sottolineare come la violenza contro le donne sia soprattutto un problema degli uomini con la conseguenza che occorre rafforzare anche la rete dei centri per uomini maltrattanti. Oltre agli strumenti normativi e di sostegno alla rete dei centri, però, la battaglia è anzitutto culturale. Per contrastare le discriminazioni e gli stereotipi di genere bisogna scardinare le radici di una cultura patriarcale che dobbiamo decostruire anche attraverso un grande investimento nell’educazione alle differenze, a partire dalle scuole e nella pubblica amministrazione. Non per cancellarle, ma, al contrario, per metterle a valore garantendo uguali diritti e opportunità a tutte e a tutti”.
“Emancipazione economica”
“Altrettanto fondamentale per contrastare la violenza di genere – si legge ancora – è l’emancipazione economica. La pandemia ha aumentato le diseguaglianze e generato nuovi bisogni, e senza politiche mirate si rischia che ancora una volta le donne paghino maggiormente il prezzo della crisi. È il momento di scelte coraggiose anche in termini di politiche per la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro e per una migliore distribuzione del carico di cura, anche investendo sulle infrastrutture sociali e sulla rete dei servizi, dai nidi a quelli rivolti al sostegno alle persone non autosufficienti e con disabilità.
In tale prospettiva, come Partito Socialista di Catanzaro stiamo lavorando in questa direzione e siamo vicini alle vittime di violenza e combattiamo questo drammatico fenomeno che ha visto nei diversi lockdown, una incidenza tale per cui il numero 15 22 in Italia è stato raggiunto da oltre 16.000 telefonate .Il nostro scopo è combattere la violenza ma soprattutto prevenirla. Operare nella prevenzione facendo formazione e attivando ogni iniziativa utile allo scopo. Chi abbia bisogno di ascolto e supporto può raggiungerci – conclude Leone – attraverso i nostri diversi canali social o nelle sedi preposte nella città di Catanzaro e provincia”.