“In quel progetto di riorganizzazione turistico-alberghiera della prossima regione Calabria, quella a vocazione enogastronomica – “aggiungi un posto a tavola” – non può stupire che in un incontro conviviale di progettazione politica, così si usa dire…, il menù abbia privilegiato prodotti a chilometro zero! Non ci stupisce, lo diciamo con grande onestà”.
Lo scrive il presidente dell’Associazione I Quartieri di Catanzaro, Alfredo Serrao.
Lo scrive il presidente dell’Associazione I Quartieri di Catanzaro, Alfredo Serrao.
“Non ci stupisce perché questo è il metodo consolidato della politica calabrese, quella dove le salsine di accompagno cambiano colore e sapore sulle necessità del gattopardo di turno. Quello che ieri era singolo, forte di una sua storia arcobaleno per non fare un torto all’arco costituzionale delle diverse espressioni politiche, tanto da giustificare le migrazioni da Agazio Loiero a Peppe Scopelliti. Oggi però, i gattopardi sono diventati 2.0, entrambi con i blasoni della giostra, quelli che hanno sfoderato una capacità – se si può dire – tale da attirare nel loro “semi-cerchio” forse magico(?), tutto quello che galleggia politicamente e che ha necessità di un approdo in acque territoriali.
Pur non volendo avere, noi, connotazioni razziali e pur rispettando quanti approdano sul suolo calabro per motivi di asilo politico in quanto profughi, riteniamo e pensiamo che quanto si sta organizzando, non si capisce se autonomamente o su incarico politico di Forza Italia, abbia le connotazioni del grottesco e del ridicolo. Già ridicolo perché supera il sentire comune dei cittadini calabresi e restituisce a tutti, senza pesare il senso del limite, il gioco vecchio come il cucco, che compra e vende tutto e tutti e che in una cortina fumosa, quella del senza arrosto, mira a garantire seggiole e posizioni di evidenza economica con i soldi dei calabresi, usando il conosciuto sottobosco come una risorsa attiva (sic!)
La premiata ditta politica azzurra, Tallini & Parente credono di avere – in realtà non ce l’hanno – la golden share della politica in Calabria nel perimetro del centro destra. Pensano di poter spacciare per nuovo, vecchi arnesi della politica regionale portandoli come trofeo e come dono, sul vassoio del candidato governatore Mario Occhiuto(?), mutuando impropriamente la figura religiosa dei Re Magi. Credono ancora di poter riproporre in sede regionale il “loro” agire politico, esportabile a modello, nonostante i guasti politici – Merante e Trifiletti docet – causati in ambito comunale e provinciale a Catanzaro. Credono di poter governare il vapore, nell’ipotesi assurda del peso – pesante – del carbone da bruciare in caldaia, ma soprattutto credono che tutti, sia quelli impegnati in politica che quelli che la osservano, siano diventati i loro ascari, perché noi non siamo una pattuglia di soggetti politicamente celebrolesi, pronti a scimmiottare gli atteggiamenti ed i comandi dei gattopardi politici di turno.
Se così fosse, allora avremmo la netta certezza che la Calabria non ha futuro e che lo slogan di Mario Occhiuto “la svolta buona” è solo un crash test suicida, di quanti, come Tallini & Parente, pensano o hanno pensato di orientarne le scelte, di validare le truppe, di marchiare il bestiame ed in particolare di scrivere il futuro di questa terra. A tal proposito sarebbe utile e propedeutico capire qual è il pensiero del sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo…
Sarebbe questa la vittoria della venticinquesima ora. Una non vittoria dove il futuro è sepolto nella polvere e nella stanchezza dei cittadini, che forse tanto stanchi non sono e che forse hanno capito che sposare un’ipotesi di governo, deve assolutamente prescindere dal gioco della foche ammaestrate, come anche Abramo a Catanzaro, finalmente, ha esplicitato il suo pensiero sulla qualità politica della giunta da lui guidata.
Il dubbio resta, il pericolo incombe, sia pure per mutazione, come Abramo ha messo sul piatto e, vista la regia gattopardesca, anche in futuro sarebbe un pericolo per il nuovo governo regionale a guida Mario Occhiuto!”.