Il tesoro del clan dei Gaglianesi riciclato all’estero, a giudizio broker di Catanzaro e collaboratrice

Gli imputati dovranno difendersi a vario titolo dalle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio aggravato dalle modalità mafiose

di Gabriella Passariello- A giudizio Domenico Masciari, 56 anni di Catanzaro e Vittoria Proietti Cosimi, 49 anni, residente a Subiaco (RM), il primo per concorso esterno in associazione mafiosa e la seconda per riciclaggio aggravato dalle modalità mafiose. Il gup distrettuale di Catanzaro ha accolto la richiesta formulata dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Domenico Guarascio di mandare a processo il presunto super consulente specializzato nel ripulire il danaro sporco del clan dei Gaglianesi, articolazione autonoma della locale di Cutro, coadiuvando boss e gregari, primo fra tutti il vertice della consorteria Gennaro Pierino Mellea e la sua collaboratrice. Avrebbe investito o reimpiegato somme da capogiro su piattaforme finanziarie on line di tipo binario ed estere. E per curare materialmente le operazioni, provento delle attività illecite, si sarebbe avvalso di una persona di sua fiducia.

Il broker e gli investimenti del clan

Il broker e gli investimenti del clan

Secondo gli inquirenti, nel biennio 2014-2015, il promotore finanziario avrebbe ricevuto i soldi dallo stesso Mellea, che in un’occasione gli avrebbe dato 200mila euro, consegnati nelle mani della Proietti, che provvedeva ad investirli in una piattaforma web. Masciari si sarebbe impegnato a costituire conti correnti bancari esteri sui quali far confluire i profitti delle somme ricavate dagli investimenti fatti. In sostanza avrebbe gestito parte dei proventi della ‘ndrangheta, impiegandoli in attività e strumenti finanziari esteri, curandone il recupero anche dopo l’arresto di Mellea e di altri esponenti del sodalizio. Il broker avrebbe messo a disposizione di Mellea- secondo quanto riportato nell’avviso di conclusione delle indagini- la propria carta postepay, dove accreditare i soldi “guadagnati” dalle attività illecite. Un sistema questo, che avrebbe consentito di compiere operazioni finalizzate a far perdere le stracce del flusso finanziario, rendendo difficile risalire alla provenienza di quel denaro.

Il sistema per ripulire il danaro sporco

Una vera e propria “lavatrice” per ripulire soldi sporchi, nella piena consapevolezza, secondo la Dda, di aumentare la capacità economica del clan, reimpiegandone i capitali illeciti e mettendo al sicuro i profitti. In tutto questo sistema il ruolo della Proietti, per la Direzione distrettuale Antimafia è chiaro: avrebbe ricevuto somme di denaro in contanti dallo stesso Masciari o da Gennaro Mellea, investite in piattaforme online estere di trading binario, adoperandosi successivamente per la costituzione di conti bancari all’estero dove far confluire, con successivi bonifici, la redditività degli impieghi finanziari. Con l’aggravante di aver commesso il fatto per favorire l’associazione ‘ndranghetistica denominata Locale di Cutro, nella sua articolazione catanzarese. Il processo inizierà davanti ai giudici del Tribunale collegiale e spetterà agli avvocati difensori tentare di smontare le ipotesi accusatorie.

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