“La Cisal non ha diffamato Tansi via social, è legittima opinione”

francesco cavallaro

Di seguito pubblichiamo la nota di Francesco Cavallaro, Segretario Generale della CISAL, a commento della sentenza del Tribunale di Catanzaro, che di fatto scagiona lo stesso dalle accuse di diffamazione via social.

“Ricorderete la “crociata” social intrapresa dall’ex Capo della Protezione Civile Calabrese, e fresco neo autocandidato alla Presidenza della Regione Calabria, Carlo Tansi, – scrive – nei confronti della Cisal, per cui il Signor Tansi è stato condannato dal Tribunale di Roma ad un risarcimento per oltre 20mila euro. Ricorderete della denuncia-querela che lo stesso signor Tansi fece nei confronti del Segretario Generale della Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori, Francesco Cavallaro (difeso dall’avvocato Domenico Colaci) , e del dipendete regionale e dirigente sindacale Gianluca Tedesco (difeso dagli avvocati Giuseppe Pitaro e Vittorio Ranieri), “ravvisando profili di penale responsabilità per alcuni commenti provenienti dai due rappresentati sindacali e pubblicati su svariate testate giornalistiche” in cui gli stessi “invitavano al Presidente della giunta regionale a sollevare lo stesso Tansi dall’incarico di capo della Prociv calabrese, in quanto giudicato carente di competenza e professionalità oltre che di scarse capacità gestionali”.

“Ricorderete la “crociata” social intrapresa dall’ex Capo della Protezione Civile Calabrese, e fresco neo autocandidato alla Presidenza della Regione Calabria, Carlo Tansi, – scrive – nei confronti della Cisal, per cui il Signor Tansi è stato condannato dal Tribunale di Roma ad un risarcimento per oltre 20mila euro. Ricorderete della denuncia-querela che lo stesso signor Tansi fece nei confronti del Segretario Generale della Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori, Francesco Cavallaro (difeso dall’avvocato Domenico Colaci) , e del dipendete regionale e dirigente sindacale Gianluca Tedesco (difeso dagli avvocati Giuseppe Pitaro e Vittorio Ranieri), “ravvisando profili di penale responsabilità per alcuni commenti provenienti dai due rappresentati sindacali e pubblicati su svariate testate giornalistiche” in cui gli stessi “invitavano al Presidente della giunta regionale a sollevare lo stesso Tansi dall’incarico di capo della Prociv calabrese, in quanto giudicato carente di competenza e professionalità oltre che di scarse capacità gestionali”.

Commenti – prosegue la nota – così diffamatori secondo Tansi tanto da “ledere il suo onore e la sua professionalità, esponendolo a rischi ed a minacce in ambiente regionale”. Ciò che non sapete, e che vi raccontiamo oggi, è che il Tribunale di Catanzaro, dopo una prima archiviazione datata il 09/10/2018, ha confermato la decisione del P.M. spiegando al Signor Tansi ed ai suoi legali che “i commenti censurati dal Tansi – provenienti da soggetti portatori degli interessi dei lavoratori iscritti al sindacato – rappresentano la legittima espressione di una opinione che rientra nei limiti di una critica tutelata a norma di legge” perché “utilizzati nella esatta prospettiva di argomentare una richiesta di intervento del Presidente della giunta regionale a tutela dei lavoratori”.

Si chiude così – conclude Cavallaro – un’altra spiacevole parentesi legata al Signor Carlo Tansi al quale, considerati i suoi nuovi impegni come autocandidato a Governatore della Calabria, è bene ricordare, e lo fa direttamente il Tribunale di Catanzaro che “ la libertà di parola prevale sempre costituzionalmente tra i due diritti di critica e dignità, altrimenti la dialettica democratica non potrebbe realizzarsi”.

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