La qualità terapeutica al tempo del Covid, nuovi modelli gestionali (VIDEO)

Il Coronavirus ha costretto il mondo sanitario a rivedere e rimodulare la propria organizzazione. In particolar modo la gestione dei pazienti. Il tutto in tempi ristretti e con la pressione che una pandemia comporta. Perché bisogna comunque mantenere alta la qualità terapeutica, garantendo il più basso rischio di contagio per i pazienti più fragili. Tra questi, naturalmente, i malati oncologici e onco-ematologici. Si inquadra così il corso di formazione “Conciliare i modelli gestionali del post-pandemia con l’evoluzione delle terapie in onco-ematologia”, giunto alla sua tredicesima edizione. L’appuntamento, rivolto a medici, infermieri, farmacisti e biologi, si svolgerà i prossimi 19 e 20 novembre al T-Hotel di Lamezia Terme. A presentarlo, questa mattina, Stefano Molica, coordinatore scientifico dell’evento ed ematologo del dipartimento onco-ematologia dell’ospedale “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro.

“Quello che stiamo vivendo da diversi mesi – evidenzia Molica – è un momento veramente di grande sovraccarico per il Sistema sanitario nazionale e regionale. Nel corso del convegno, andremo a discutere di una condizione di grande attualità, cercando il modo di rimodulare la gestione dei pazienti oncologici e oncoematologici, in tempo di pandemia sanitaria da Covid-19. Selezionare quelle che sono le terapie che interferiscono meno con il sistema immunitario, ad esempio, e che consentono di poter essere condotte con una certa sicurezza, senza aumentare il rischio di contagio per questi pazienti”. 

“Quello che stiamo vivendo da diversi mesi – evidenzia Molica – è un momento veramente di grande sovraccarico per il Sistema sanitario nazionale e regionale. Nel corso del convegno, andremo a discutere di una condizione di grande attualità, cercando il modo di rimodulare la gestione dei pazienti oncologici e oncoematologici, in tempo di pandemia sanitaria da Covid-19. Selezionare quelle che sono le terapie che interferiscono meno con il sistema immunitario, ad esempio, e che consentono di poter essere condotte con una certa sicurezza, senza aumentare il rischio di contagio per questi pazienti”. 

“Il messaggio che vogliamo lanciare attraverso l’evento – continua – è che anche nel wistema sanitario calabrese c’è un gruppo di professionisti, in ambito di questo dipartimento, che sta pensando e sta cercando di mettere in atto delle procedure che consentono ai pazienti anche in questo momento particolarmente complesso, di continuare ad essere curati nella totale sicurezza e con standard qualitativi alti, ponendo attenzione anche nell’implementare la medicina di prossimità lì dove potrà essere attivato il servizio”.

E sull’importanza della medicina di prossimità, si è soffermato Pasquale Puzzonia, del consiglio direttivo dell’Ordine dei medici Catanzaro e già direttore di ematologia dell’ospedale “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro. “Il concetto della medicina di prossimità in una disciplina in cui non è sempre facilissimo applicarla – spiega – sarebbe per i pazienti una novità straordinaria e clamorosa perché significherebbe che tante patologie potrebbero essere curate in maniera ottimale direttamente a casa del paziente. In Calabria se riuscissimo a farlo in ematologia e in altre specialità faremmo sicuramente una clamorosa attività per portare avanti una medicina perfettamente sostenibile non solo dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista di qualità di vita del malato”.

«Iniziative come queste – spiega il direttore medico del presidio ospedaliero “Ciaccio-De Lellis”, Francesco Talarico – restano fondamentali perché il medico possa seguire questo incessante tumultuoso evolversi verso il futuro. Noi abbiamo un’esigenza di carattere generale, il sapere medico-scientifico che evolve in maniera tumultuosa, soprattutto in campo onco-ematologico in cui ci sono grandi investimenti anche sul piano della ricerca e quindi di continua innovazione anche in termini di nuovi farmaci e di nuovi brevetti. Medici ed operatori sanitari hanno bisogno dell’aggiornamento per tenersi al passo con i tempi poiché, e la pandemia lo ha dimostrato, ci sono significative novità che devono essere studiate per approcciarsi al meglio con il paziente”.

Tredici anni di attività di formazione in oncologia e ematologia che rappresentano per molti medici, infermieri e operatori del settore, un punto di riferimento per la formazione di ognuno. Come ribadito dal direttore di Ematologia, Luciano Levato: “La capacità di migliorare negli anni di acquisire e gestire problematiche complesse, attraverso quanto appreso nei corsi di formazione in questi anni, porta soprattutto in questo periodo di pandemia che ha colto tutti di sorpresa,  ad applicare percorsi sempre nell’interesse dei pazienti, che devono prevedere anche l’accesso degli stessi in ospedale – spesso senza la possibilità di essere accompagnati dai familiari – con possibilità di essere curati. La medicina del territorio deve essere implementata e intesa come medicina che possa sempre più collaborare con quella specialistica che assume in questo momento un ruolo di linea guida impostando delle stesse per gestire le problematiche dei pazienti anche a casa. Sia in fase pandemia che in fase post pandemia”.

“In questi duri mesi di pandemia – spiega il coordinatore infermieristico del dipartimento onco-ematologico del presidio ospedalierio “Ciaccio-De Lellis”, Ornella Rania – abbiamo dovuto capire come trattare i pazienti in maniera del tutto nuova. Da subito abbiamo iniziato con dei percorsi distanziati per tutti i pazienti e con una assistenza mirata, perché consapevoli che sono pazienti molto fragili e che soffrono tantissimo il problema psicologico creato da questo virus che ha portato scompiglio e reso noi operatori del settore inerti dinanzi anche ai provvedimenti dl prendere”.

“Fortunatamente – continua – siamo riusciti, tramite corsi di aggiornamento, a mettere insieme una serie di provvedimenti per dare a questi pazienti la possibilità di continuare ad essere curati, anche distanziandoli dalla struttura ma mantenendo costantemente il contatto con loro sia telefonico che, attraverso l’invio di un infermiere che l’aiuto dato da varie associazioni di volontariato”.

Si ricorda che il simposio è rivolto a medici di ematologia oncologia, anatomia patologica, anestesia e rianimazione chirurgia, geriatria, laboratorio analisi, malattie infettive, medicina generale, medicina interna, patologia clinica, radioterapia, organizzazione servizi sanitari ospedalieri, farmacisti ospedalieri o territoriali, biologi, e infermieri professionali. 

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