La replica del sindaco di Vibo all’imprenditore Cascasi: “Ecco come stanno davvero le cose”

Il primo cittadino si difende e sottolinea: "Dal giorno del mio insediamento ogni incrostazione è stata rimossa. Dove c'era il grigio è tornato il bianco"
'Maggio dei libri' a Vibo

Riceviamo e pubblichiamo integralmente la replica del sindaco di Vibo Maria Limardo alla lettera aperta diramata agli organi di stampa dall’imprenditore Francesco Cascasi nella giornata di ieri (LEGGI QUI)

“Gentile dottor Cascasi, ho letto con grande attenzione ed altrettanto grande stupore la lettera pubblica che ha voluto indirizzarmi. Una lettera che – mi duole constatare – si sostanzia in una serie di attacchi gratuiti alla mia amministrazione, nella quale si mescolano fatti e circostanze che nessun nesso hanno tra loro. Forse al solo scopo di ingenerare in chi legge il convincimento che questo sindaco, questa giunta, stiano seduti nelle stanze del Palazzo a tramare contro gli imprenditori sani di questa città. È di tutta evidenza che ciò non risponde al vero. Proverò qui a motivarle il perché, senza soffermarmi su alcuni passaggi della sua missiva che reputo offensivi della mia persona e del mio agire politico, ma che accetto con la serenità di chi sa di avere la coscienza specchiata e non teme niente e nessuno. Dunque, come lei stesso ha ricordato, il progetto della Cadi risale all’anno 2000. Già questo basterebbe a chiudere ogni diatriba sulla responsabilità (presunta) della sottoscritta: anche il più disattento dei lettori si accorge che in questi 22 anni si sono succedute ben sei amministrazioni comunali. Ma siccome il mio obiettivo non è scansare responsabilità ma risolvere i problemi, le dico – nel merito della questione – che, come certamente saprà, il Comune è del tutto estraneo rispetto a questa parte della vicenda. Infatti non è il Comune ad avere indirizzato la Cadi presso il Ministero per la verifica di assoggettabilità a Via (Valutazione di impatto ambientale), bensì la Regione Calabria come si può evincere dalla lettera qui allegata. Ecco i fatti recenti: il 18 ottobre 2020 il Comune invitava la Regione a partecipare alla Conferenza dei servizi. La Regione, con nota del 28 gennaio 2021, invitava “l’amministrazione comunale e la società proponente l’intervento ad avviare la procedura di Verifica di Assoggettabilità a Via presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del mare”, spiegando come il progetto proposto rientrasse nella fattispecie prevista al Punto 2 lettera b) del decreto legislativo 152/2006 poi aggiornato dal decreto legislativo 104/2017 in materia di infrastrutture portuali. Il Comune, dunque, procedeva tempestivamente ad inoltrare tale richiesta, in data 16 febbraio 2021, alla Cadi”. 

“Gentile dottor Cascasi, ho letto con grande attenzione ed altrettanto grande stupore la lettera pubblica che ha voluto indirizzarmi. Una lettera che – mi duole constatare – si sostanzia in una serie di attacchi gratuiti alla mia amministrazione, nella quale si mescolano fatti e circostanze che nessun nesso hanno tra loro. Forse al solo scopo di ingenerare in chi legge il convincimento che questo sindaco, questa giunta, stiano seduti nelle stanze del Palazzo a tramare contro gli imprenditori sani di questa città. È di tutta evidenza che ciò non risponde al vero. Proverò qui a motivarle il perché, senza soffermarmi su alcuni passaggi della sua missiva che reputo offensivi della mia persona e del mio agire politico, ma che accetto con la serenità di chi sa di avere la coscienza specchiata e non teme niente e nessuno. Dunque, come lei stesso ha ricordato, il progetto della Cadi risale all’anno 2000. Già questo basterebbe a chiudere ogni diatriba sulla responsabilità (presunta) della sottoscritta: anche il più disattento dei lettori si accorge che in questi 22 anni si sono succedute ben sei amministrazioni comunali. Ma siccome il mio obiettivo non è scansare responsabilità ma risolvere i problemi, le dico – nel merito della questione – che, come certamente saprà, il Comune è del tutto estraneo rispetto a questa parte della vicenda. Infatti non è il Comune ad avere indirizzato la Cadi presso il Ministero per la verifica di assoggettabilità a Via (Valutazione di impatto ambientale), bensì la Regione Calabria come si può evincere dalla lettera qui allegata. Ecco i fatti recenti: il 18 ottobre 2020 il Comune invitava la Regione a partecipare alla Conferenza dei servizi. La Regione, con nota del 28 gennaio 2021, invitava “l’amministrazione comunale e la società proponente l’intervento ad avviare la procedura di Verifica di Assoggettabilità a Via presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del mare”, spiegando come il progetto proposto rientrasse nella fattispecie prevista al Punto 2 lettera b) del decreto legislativo 152/2006 poi aggiornato dal decreto legislativo 104/2017 in materia di infrastrutture portuali. Il Comune, dunque, procedeva tempestivamente ad inoltrare tale richiesta, in data 16 febbraio 2021, alla Cadi”. 

La sentenza del Consiglio di Stato

“In tutto questo, però, c’è un antefatto di non poco conto che lei ha “dimenticato” di menzionare, e che certifica in maniera inequivocabile non solo la correttezza e trasparenza dell’amministrazione comunale, ma anche la ragione per la quale si è proceduto nuovamente a richiedere la verifica di assoggettabilità a Via: ed è la sentenza del Consiglio di Stato numero 1266 del 20 febbraio 2020. In quella sede i giudici amministrativi, definitivamente respingendo il ricorso della Cadi, hanno così sancito: “Può quindi ragionevolmente concludersi che, in sede di approvazione del progetto preliminare, l’Amministrazione regionale si limita a verificare l’esigenza o meno di assoggettare l’opera a valutazione di impatto ambientale, valutazione che poi viene effettivamente e concretamente compiuta soltanto nella successiva conferenza di servizi volta ad approvare il progetto definitivo”. Ed ancora: “Mentre il progetto preliminare fissa le linee generali del futuro intervento, il progetto definitivo individua le concrete modalità di realizzazione dell’opera progettata e il relativo procedimento costituisce quindi la sede ideale per verificare l’effettiva compatibilità ambientale dell’opera”.

Il via libera del Ministero: “Non ci metteremo di traverso”

“Alla luce di ciò, e senza entrare nel merito delle scelte operate dall’amministrazione regionale, appare evidente l’obbligo del Comune di muoversi all’interno del perimetro normativo e come, pertanto, non potesse arrogarsi il diritto di rilasciare una concessione priva di un parere così importante come la Via. Ha quindi adempiuto alla richiesta della Regione procedendo a chiedere alla Cadi di rivolgersi al Ministero. Se poi oggi lo stesso Ministero, come da lei annunciato, afferma che il progetto in oggetto “non deve essere sottoposto a Via”, allora non possiamo che prenderne atto ed esserne anche lieti, poiché la mia amministrazione non si metterà mai di traverso ad opere ed interventi di alcun tipo, purché abbiano come fondamento il miglioramento della qualità della vita e dei servizi offerti ai cittadini vibonesi”. 

“Rimossa ogni incrostazione”

“Una cosa, però, ho il dovere di contestargliela con forza: non posso permettere a nessuno, e dico a nessuno, di fare insinuazioni sulla trasparenza degli uffici e del mio operato. Dal giorno del mio insediamento, ogni passo compiuto è stato all’insegna della legalità, ogni incrostazione è stata rimossa, dove c’era il “grigio” è tornato il bianco. E di ciò ritengo che i fatti, che non sto qui ad elencare, me ne diano atto. Con questo non sto dicendo che tutto vada bene, poiché nella situazione in cui l’ente si ritrova non è facile a volte garantire servizi celeri ed efficaci per come il cittadino meriterebbe. Ma un conto sono le problematiche di natura amministrativa, un altro è adombrare fantasmi evocando ingerenze di ogni sorta. Questo non lo permetto. Infine, quanto alle sue considerazioni sui destini della nostra città, si tratta di punti di vista che rispetto ma che ovviamente non condivido, poiché sono ben conscia del grandissimo lavoro – spesso silenzioso – che stiamo facendo e del quale molto presto raccoglieremo i frutti”.

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