Medico dell’Asp aggredito in una panificio di Vibo, condannati padre e figlio (NOMI)

Due anni di reclusione per padre e figlio, riconosciuti colpevoli dell'aggressione a Fortunato Carnovale, all'epoca dei fatti medico in servizio all'Azienda sanitaria provinciale di Vibo

Due anni di reclusione per padre e figlio, riconosciuti colpevoli dell’aggressione a Fortunato Carnovale, all’epoca dei fatti medico in servizio all’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia. Si è concluso con due condanne il processo per il violento pestaggio avvenuto nel marzo del 2017 dinnanzi al panificio del Rosario di proprietà di Pasquale Antonio D’Andrea, 38 anni, e del padre, Angelo D’Andrea, di 66 anni, entrambi di Vibo Valentia.

Il dottore Carnovale unitamente a un suo collega si erano recati all’interno del negozio per effettuare un controllo igienico-sanitario. Dopo una discussione, Carnovale era stato aggredito e successivamente inseguito fuori dal panificio e malmenato dai due, finiti a processo con l’accusa di lesioni aggravate in concorso. Per il medico, finito in ospedale, era stata accertata una prognosi di 30 giorni.

Il dottore Carnovale unitamente a un suo collega si erano recati all’interno del negozio per effettuare un controllo igienico-sanitario. Dopo una discussione, Carnovale era stato aggredito e successivamente inseguito fuori dal panificio e malmenato dai due, finiti a processo con l’accusa di lesioni aggravate in concorso. Per il medico, finito in ospedale, era stata accertata una prognosi di 30 giorni.

Il processo

Al termine del processo, il giudice monocratico, Anna Moricca, ha inflitto due anni di reclusione per padre e figlio riconoscendoli colpevoli dei reati loro ascritti. La difesa dei D’Andrea, nella persona dell’avvocato Santo Cortese, ha cercato di sostenere la distonia tra quanto denunciato dalla parte offesa (rappresentata dall’avvocato di parte civile, Sabatino Falduto) in sede di sommarie informazioni e quanto dichiarato in sede di dibattimento riuscendo tuttavia a far escludere le contestazioni di oltraggio a pubblico ufficiale e di minaccia. Allo stesso modo sempre la difesa ha cercato di sostenere l’estraneità ai fatti di Pasquale Antonio D’Andrea anche sulla scorta del fatto che il padre, nelle precedenti udienze, si era assunto la totale responsabilità del gesto. In sede cautelare la Procura aveva avanzato richiesta di arresto per entrambi ma il gip, prima, e il Tdl, poi, l’avevano rigettata. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni.

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