‘Ndrangheta e omicidi nel Crotonese, 12 i fermati e 6 indagati a piede libero (NOMI)

Associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsioni, usura, delitti in materia di armi, furti, danneggiamenti seguiti da incendio, tutti aggravati dal metodo mafioso.I sostituti procuratori della Dda di Catanzaro Domenico Guarascio, Paolo Sirleo e Pasquale Mandolfino hanno vergato un provvedimento di fermo nei confronti di 12 indagati, notificato dai carabinieri del Comando provinciale di Crotone, con l’ausilio del personale del Comando Provinciale Carabinieri di Verona, dello Squadrone Eliportato Cacciatori. Si tratta di Domenico Bruno, 49 anni, di Petilia Policastro; Giacinto Castagnino, 31 anni, Crotone; Massimo Cosco, 40 anni, di Petilia Policastro;  Giuseppe Garofalo, 35 anni, di Petilia Policastro, Giuseppe Garofalo 66 anni, di Crotonei;  Mario Garofalo, 45 anni, di Petilia Policastro; Alessandro Gelfo, 31 anni, di Crotone; Antonio Gelfo, 58 anni, di Crotonei;  Antonio Grano, 39 anni, di Petilia Policastro; Pierluigi Ierardi, 29 anni, di Petilia PolicastroTommaso Rizzuti, 39 anni di Crotonei e Oreste Vona, 46 anni, residente a Petilia Policastro.

Indagati a piede libero

Indagati a piede libero

Nell’ambito dell’operazione sono invece indagati a piede libero Salvatore Bruno, 25 anni, di Petilia Policastro Salvatore Caria, 43 anni, di Petilia Policastro, Rosario Curcio, 61 anni, di Petilia Policastro;  Diego Garofalo,  41 anni, di Petilia Policastro Ivano Mirabelli, 48 anni, di Petilia Policastro e Francesco Scalise, di 34 anni, di Petilia Policastro

Le indagini

Il provvedimento trae origine da un’attività investigativa, condotta, dal Nucleo investigativo del Comando provinciale Carabinieri di Crotone e dalla Compagnia di Petilia Policastro, diretta e coordinata dal Procuratore Nicola Gratteri e dai sostituti procuratori Paolo Sirleo, Domenico Guarascio e Pasquale Mandolfino.

Gli elementi raccolti nel corso delle indagini hanno consentito di definire la pervasività della locale di ‘ndrangheta di Petilia Policastro nel territorio dei comuni di Petilia Policastro e Crotone, la quale ha visto una sua riorganizzazione, a partire dall’anno 2014, a seguito di alcune scarcerazioni per fine pena di suoi esponenti di spicco, che hanno determinato una escalation di atti intimidatori sul territorio; individuare e delineare i singoli ruoli dei vari componenti della citata articolazione ‘ndranghetistica, sia con riferimento agli organizzatori delle attività criminali, sia con riguardo ai partecipi, compresi finanche i nuovi adepti a disposizione del reggente con mansioni di autista; ricostruire e identificare gli autori dell’omicidio con conseguente soppressione di cadavere (c.d. “lupara bianca”) avvenuto il 30.10.2018, in Petilia Policastro, nei confronti di un allevatore; far emergere diversi episodi di illecita attività finanziaria e di usura commessi nei confronti di commercianti e liberi professionisti che versavano in difficoltà economiche; accertare l’identità dei responsabili di estorsioni compiute nei confronti di imprenditori locali attivi soprattutto nel settore turistico in località Trepidò di Cotronei e boschivo nell’area silana; ricostruire specifici fatti delittuosi di danneggiamento e furto per lo più funzionali ad imporre il “servizio di guardiania” presso villaggi turistici della zona.

In particolare l’attività investigativa compiuta ha permesso di identificare il mandante e uno degli esecutore materiale dell’omicidio dell’allevatore Massimo Vona, ricostruendone le varie fasi. Il 30 ottobre 2018, la vittima, infatti, dopo essere stata attirata presso un’azienda agricola sita in località “Scardiato” di Petilia Policastro, con il falso pretesto di “consegnargli” i responsabili dell’incendio appiccato nell’anno 2016 in danno del suo capannone, sarebbe stata uccisa, con almeno due colpi di arma da fuoco, dall’assassino che lo attendeva unitamente ad altri soggetti allo stato sconosciuti. I responsabili avrebbero poi eliminato il cadavere, che, infatti, non è mai stato ritrovato.  ’8 novembre 2018, in località Scavino di Petilia Policastro, i carabinieri hanno rinvenuto solo la carcassa dell’autovettura dell’allevatore scomparso, completamente distrutta dalle fiamme e abbandonata in una stradina interpoderale a servizio di alcuni appezzamenti di terreno coltivati a uliveti.

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