Una moderna “holding” criminale, capace di radicarsi nei settori socio-economici ed imprenditoriali anche attraverso l’infiltrazione negli apparati amministrativi, istituzionali e politici, ma sempre ancorata ai vecchi rituali.
Così appare la ‘ndrangheta secondo quanto emerge dall’operazione “Eyphemos” con cui stamane la Polizia ha colpito il “locale” di Sant’Eufemia d’Aspromonte, legato alla potente cosca Alvaro di Sinopoli (RC).
Così appare la ‘ndrangheta secondo quanto emerge dall’operazione “Eyphemos” con cui stamane la Polizia ha colpito il “locale” di Sant’Eufemia d’Aspromonte, legato alla potente cosca Alvaro di Sinopoli (RC).
Nei summit monitorati dagli investigatori, gli indagati facevano riferimento alle cariche e ai gradi della ‘ndrangheta usando termini come “santa”, “camorrista”, “vangelista”, “sgarrista”, “capo locale”, “contabile”, e partecipavano a cerimonie, come la formazione di un “banconuovo”, la creazione di un nuovo “locale” a Sant’Eufemia d’Aspromonte con l’auspicata legittimazione del “Crimine” di Polsi e l’indipendenza dagli Alvaro che, tuttavia, secondo gli inquirenti, continuano a controllare Sant’Eufemia, forti dell’essere una grande cosca, anche se i diversi sottogruppi familiari (“Carni i cani”, “Pajechi”, “Merri”, “Pallunari”, Testazza” o “Cudalunga”) godrebbero di una certa autonomia programmatica e di azione.
Il clan ha anche una sua propaggine in Lombardia, nel Pavese, oltre che in Australia dove è presente un locale di ‘ndrangheta, dipendente direttamente dalla casa-madre calabrese degli Alvaro. Le indagini sono state condotte dagli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Polizia di Palmi. In tutto 65 i provvedimenti restrittivi eseguiti.