di Mimmo Famularo – Svolta nelle indagini sul duplice ferimento avvenuto nel pomeriggio di ieri a Portosalvo, frazione di Vibo Valentia. Il sostituto procuratore Maria Cecilia Rebecchi, sotto il coordinamento del procuratore Camillo Falvo, ha disposto il fermo di due persone. Si tratta di Antonio Ciliberto, 38 anni, di Vibo (difeso dagli avvocati Alessio Di Prima e Gianluca Policaro) e Vincenzo Porretta, 47 anni, anche lui di Vibo (assistito dagli avvocati Marcello Scarmato e Nazzareno Latassa). Entrambi devono rispondere, in concorso tra di loro, di tentato omicidio. Secondo quanto si legge nel capo di imputazione avrebbero compiuto “atti idonei diretti in modo non equivoco a cagionare la morte di Aldo Barbieri e Pietro Perugino”.
“‘Ntoni, ‘ntoni prendi la pistola”
“‘Ntoni, ‘ntoni prendi la pistola”
Alla base del tentato omicidio una discussione sfociata in una lite e terminata con gli spari. “In seguito a un aggressione fisica e verbale avvenuta tra Aldo Barbieri, Vincenzo Porretta e Pietro Perugino – si legge nel provvedimento di fermo – Antonio Ciliberto, dopo essere stato esortato da Vincenzo Porretta con queste parole ‘ntoni, ntoni, prendi la pistola’, sparava complessivamente cinque colpi di pistola alle gambe di Aldo Barbieri e Pietro Perugino“. Il primo veniva ferito alla gamba sinistra; il secondo attinto ad entrambe le gambe. Trasportati in ospedale a Tropea e successivamente a quello di Vibo, non sono in pericolo di vita. La prognosi è di trenta giorni. Sia Ciliberto che Porretta devono rispondere in concorso tra di loro anche di detenzione illegale e porto in luogo pubblico di una pistola, l’arma del delitto.
Gli spari, la fuga e l’arresto
La lite culminata con la sparatoria è avvenuta in via Roma, dinnanzi a una panetteria nella frazione di Portosalvo. Il presunto autore, Antonio Ciliberto, si è poi dileguato facendo perdere le proprie tracce ma i carabinieri del reparto operativo guidati dal colonnello Alessandro Corda hanno subito ricostruito il quadro della vicenda attivando un piano di ricerca. Braccato dalle forze dell’ordine che si erano recate anche a casa, l’uomo si è costituito insieme ai suoi due legali al comando provinciale dei carabinieri di Vibo poco prima delle 22. Le indagini non sono chiuse perché sono ancora diversi i punti da chiarire, primo fra tutti il movente che ha originato il litigio. Nel frattempo, sia Ciliberto che Porretta sono stati portati in carcere a Vibo dove si trovano adesso detenuti a disposizione dell’autorità giudiziaria.
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