di Gabriella Passariello- Una condanna rideterminata e due confermate per l’omicidio di Ferdinando Rombolà, ucciso nel pomeriggio di domenica del 22 agosto del 2010 nella spiaggia di Soverato sotto gli occhi della moglie, del figlio di un anno e mezzo e di tanti turisti. La Corte di assise appello di Catanzaro, presidente Gabriella Reillo, a latere Francesca Garofalo, ha sentenziato uno sconto di pena per il presunto killer Antonio Pantaleone Gullà, (difeso dal legale Marinella Chiarella) condannato a 30 anni di reclusione in luogo dell’ergastolo inflittogli il 4 dicembre 2018 dal giudice di prime cure. I giudici di secondo grado hanno lasciato invariato il verdetto della Corte di assise per Fiorito Procopio (difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Vincenzo Cicino), ritenuto il mandante assieme a Michele Lentini (difeso dai legali Nicola Cantafora e Salvatore Staiano), condannati entrambi all’ergastolo. Ha retto anche in appello l’inchiesta della Dda di Catanzaro, che è riuscita ad individuare mandanti, esecutori e movente del delitto, che si inserisce in una faida che all’epoca insaguinò il Soveratese.
La lunga scia di sangue nel Soveratese
La lunga scia di sangue nel Soveratese
E non era la prima volta che i killer avevano cercato di ammazzare Rombolà, buttafuori nei locali di professione, in quella stessa spiaggia nei pressi di un noto lido del Soveratese e solo per un caso fortuito non c’erano riusciti. Un omicidio programmato, pianificato per vendetta e che ha consentito alla Dda di Catanzaro di ricostruire una catena di sangue che parte dal 2008, quando il clan del Soveratese Sia-Procopio-Tripodi venne dimezzato grazie anche all’operazione antimafia “Show down” e che nel giro di un anno portò a quindici omicidi tentati e consumati, iniziati con la morte di Carmine Novella a Milano, poi via via quelli di Damiano Vallelunga, Pietro Chiefari, il tentato omicidio e l’omicidio di Vittorio Sia, il tentato omicidio di Giuseppe Procopio, l’assassino di Salvatore Vallelunga, il duplice omicidio Grattà e gli omicidi di Giuseppe Todaro Domenico Chiefari e dello stesso Rombolà. Gli avvocati difensori attenderanno le motivazioni della sentenza, che verranno depositate entro novanta giorni per ricorrere in Cassazione.