di Gabriella Passariello- Avrebbero organizzato il commando di fuoco pronto ad uccidere un affiliato alla cosca Farao Marincola di Cirò, perché ritenuto “un nemico” da eliminare. A volto coperto, a bordo di due scooter e di una Hyundai i sicari sarebbero entrati in azione facendo irruzione in un ristorante di Cirò Marina nel Crotonese sparando una scarica di colpi di arma da fuoco, uccidendo un uomo e ferendo alcuni avventori tra cui una bambina di soli undici anni, che la vittima teneva sulle sue gambe. Il pm della Dda di Catanzaro Domenico Guarascio dopo aver ricostruito i fatti che hanno portato all’omicidio di Vincenzo Pirillo, il 5 agosto 2007, a Cirò Marina, ha chiesto l’ergastolo per uno dei presunti killer Giuseppe Spagnolo, nato a Cirò e residente a Sulmona e l’assoluzione per Giuseppe Farao di Cirò, per insufficienza di prova, considerato, secondo la progettazione accusatoria originaria, uno dei presunti mandanti. Per altri due imputati Silvio Farao, di Cirò e Cataldo Marincola, nato a Cirò e residente a Sulmona è in corso il processo dibattimentale davanti alla Corte di Assise di Catanzaro. Il gup ha aggiornato l’udienza per il prossimo 14 settembre, giorno delle arringhe difensive dei legali Gregorio Viscomi, Gianni Russano e Tiziano Saporito.
Pioggia di fuoco
Pioggia di fuoco
Sarebbero stati loro a promuovere e ad organizzare il gruppo criminale “composto da un numero non inferiore a 5, rimasti sconosciuti”. Alcuni di loro, avrebbero svolto il ruolo di sentinelle, controllando le vie di ingresso e di uscita del locale, mentre altri due si sarebbero introdotti nell’affollata veranda del ristorante esplodendo diversi colpi di arma da fuoco, quattro dei quali all’indirizzo di Vincenzo Pirillo, che in quel momento stava cenando con i propri familiari e amici seduto ad un tavolo. Inutili i tentativi di rianimarlo, Pirillo è morto poco dopo il suo arrivo all’ospedale civile di Crotone.
Il delitto voluto dalla ‘ndrangheta
Un delitto voluto dalla famiglia di ‘ndrangheta dei Farao-Marincola, secondo le ipotesi della Dda: Pirillo, nonostante appartenesse alla cosca era ritenuto ostile dai vertici della consorteria. Un delitto dai motivi abietti compiuto in nome dei Farao per mantenere il controllo su Cirò. La scarica di colpi quel 5 agosto di quindici anni fa, ha ferito sei persone, una bimba di 11 anni, raggiunta da un proiettile alla spalla, 4 avventori alle gambe e uno da schegge di vetro, con prognosi giudicate guaribili dai dieci ai trenta giorni.