di Felice Foresta*
Ciao Raffa. È stato bello il tuo tempo. Di un’Italia in salita e in bianco e nero. Un’Italia vera, in cui ogni cosa ha avuto un’anima. Il calcio, il sindacato, la politica, la scuola e lo spettacolo. Quello che aspettavamo il sabato sera per allungare il senso della domenica. E quello che aspettavamo la domenica pomeriggio per non cedere alle lusinghe sinistre del lunedì mattina. Ciao Raffa, ora è un altro tempo. In cui vali se non misuri la circonferenza dell’errore. Ma solo quello di una perfezione costruita, di plastica e menzognera. Ciao Raffa, che anche alle nostre nonne piacevi tanto.
Ciao Raffa. È stato bello il tuo tempo. Di un’Italia in salita e in bianco e nero. Un’Italia vera, in cui ogni cosa ha avuto un’anima. Il calcio, il sindacato, la politica, la scuola e lo spettacolo. Quello che aspettavamo il sabato sera per allungare il senso della domenica. E quello che aspettavamo la domenica pomeriggio per non cedere alle lusinghe sinistre del lunedì mattina. Ciao Raffa, ora è un altro tempo. In cui vali se non misuri la circonferenza dell’errore. Ma solo quello di una perfezione costruita, di plastica e menzognera. Ciao Raffa, che anche alle nostre nonne piacevi tanto.