Picchiano e rapinano un uomo, due arresti a Catanzaro

reggio arresto

In Catanzaro, verso la mezzanotte del 12 ottobre scorso, personale dell’UPG e SP della Questura di Catanzaro, nell’ambito dei quotidiani servizi di prevenzione, notava ad un incrocio nei pressi di via Magna Grecia un’autovettura con a bordo un individuo, con diverse ferite sanguinanti sul volto.

Nell’attesa dei soccorsi del 118, l’uomo, S. R., nell’immediatezza riferiva di essere stato aggredito e rapinato da due soggetti di sesso maschile che gli avevano asportato il portafoglio e due telefoni cellulari. Il malcapitato aggiungeva, tra l’altro, di essere stato colpito violentemente al volto con un casco tenuto da uno dei due aggressori, che dopo essere arrivato a bordo di un ciclomotore e colpendolo, gli aveva urlato, in dialetto locale: “devi lasciare stare P.”. Tale intimazione gli consentiva di associare la possibile identità del suo aggressore, al compagno della donna. Alla luce di ciò venivano immediatamente allertate le altre Volanti per presidiare le possibili vie di fuga  da parte del presunto autore della rapina e delle lesioni, T.G., noto agli Agenti intervenuti .

Nell’attesa dei soccorsi del 118, l’uomo, S. R., nell’immediatezza riferiva di essere stato aggredito e rapinato da due soggetti di sesso maschile che gli avevano asportato il portafoglio e due telefoni cellulari. Il malcapitato aggiungeva, tra l’altro, di essere stato colpito violentemente al volto con un casco tenuto da uno dei due aggressori, che dopo essere arrivato a bordo di un ciclomotore e colpendolo, gli aveva urlato, in dialetto locale: “devi lasciare stare P.”. Tale intimazione gli consentiva di associare la possibile identità del suo aggressore, al compagno della donna. Alla luce di ciò venivano immediatamente allertate le altre Volanti per presidiare le possibili vie di fuga  da parte del presunto autore della rapina e delle lesioni, T.G., noto agli Agenti intervenuti .

Contestualmente, gli equipaggi montanti alla mezzanotte, si portavano nei luoghi abitualmente frequentati dai predetti intercettando uno scooter, con due persone a bordo, il cui conducente indossava un casco integrale di colore scuro, come appunto segnalato dalla vittima. Lo scooter veniva fermato e gli occupanti identificati per T. G. e per la sua compagna M. P.

Nel corso del controllo gli agenti notavano che le mani del T.G. erano sporche di terra e aveva le scarpe sporche da visibili tracce di sostanza ematica. Medesima sostanza veniva riscontrata sulla parte inferiore dei pantaloni e sullo stesso casco, che si presentava con la visiera spaccata e penzolante.

Ricorrendo i presupposti di legge, T. G. veniva sottoposto a perquisizione personale che dava esito negativo, mentre  M. P., spontaneamente svuotava la borsa e le tasche, estraendo dalla felpa un telefono cellulare corrispondente alla descrizione di quello sottratto al rapinato.

Alla luce degli elementi raccolti, del rinvenimento del telefono cellulare e del fatto che fossero privi di documenti, i due venivano accompagnati presso gli  Uffici di Polizia.

Nel frattempo, la Vittima  veniva trasportata presso il locale Pronto Soccorso a mezzo ambulanza, con a bordo uno degli operatori della Volante per prima intervenuta. Nel corso del tragitto, il predetto agente acquisiva ulteriori indizi circa il complice del T.G.. Tali preziose notizie, formalizzate con una denuncia nello stesso Pronto Soccorso, consentivano agli operanti di risalire alla possibile identità del complice di T.G.. Il soggetto, identificato in S.V. e pregiudicato senza fissa dimora, aveva partecipato attivamente alla rapina, svolgendo peraltro un ruolo fondamentale nell’adescare e trarre in inganno la vittima. Infatti, oltre ad aver partecipato all’aggressione, prima dell’evento criminoso aveva incontrato la parte offesa in un bar di Catanzaro Lido e, con uno stratagemma, l’aveva convinta a recarsi sul luogo dell’aggressione. Le ricerche del secondo autore venivano quindi estese per l’intera notte per tutta la città, in particolare nei luoghi dove lo stesso, essendo senza fissa dimora, è noto trovare abituale giaciglio.

Infatti nella prima mattinata del 13 c.m. veniva fermato  in Corso Mazzini. Sottoposto a perquisizione personale, gli veniva trovato un portadocumenti di colore verde con all’interno la tessera sanitaria, bancomat e carta di credito intestati alla vittima della rapina. A seguito di quanto rinvenuto e poiché privo di qualsiasi documento idoneo alla sua identificazione,  anche S. V. veniva  accompagnato presso gli  Uffici e sottoposto a rilievi fotosegnaletici.

Riconosciuti gli oggetti asportati e riconosciuti quali autori della rapina T.G. di anni 35 e S.V. di anni 37 venivano tratti in arresto, per i reati di rapina aggravata e lesioni personali e, su disposizione del P.M. di turno, condotti presso la Casa Circondariale.

Al vaglio della Procura anche la posizione della M.P.

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