Porto di Vibo Marina, la rabbia dei sindacati: “Noi esclusi da ogni discorso”

Vincenzo Pagnotta (Cisl) critico con istituzioni e politica. E sui 18 milioni: "Perché questi ritardi? Non è anomalo tutto questo?"

“Il rammarico è che non si vuole avviare un confronto con il sindacato in una fase così delicata per il porto”. A parlare è Vincenzo Pagnotta, dirigente nazionale della Fit-Cisl, per anni segretario regionale del settore trasporti dell’organizzazione confederale, più volte intervenuto sulla questione relativa al rilancio dello scalo di Vibo Marina. E in questa chiacchierata espone nuovamente l’esigenza di istituire un tavolo di concertazione tra istituzioni, politica e mondo sindacale che, nonostante le varie richieste, “ancora non è stato convocato. Per quale motivo? Perché si stanno organizzando vertici continuando ad escludere le parti sociali?”, si domanda l’interessato, aggiungendo: “Noi vogliamo fornire solo il nostro contributo in quanto categoria titolata a farlo. Se poi, però, questo ci viene precluso allora forse c’è qualcosa che non va”.

I 18 milioni e l’esclusione dei sindacati

I 18 milioni e l’esclusione dei sindacati

Pagnotta ricorda l’opportunità offerta dal Pnrr ma al contempo evidenzia come “fino ad oggi nessuno ha detto come si intendono impiegarle” e sui fondi per il restyling delle banchine ancora fermi alla Regione Calabria, il dirigente sindacale pone altri quesiti: “Quei fondi dove sono? Dicono che sono fermi alla Regione ma è realmente così? Dico questo perché è inverosimile che quando di tratti del porto di Vibo ci sono sempre intoppi anche paradossali come ad esempio la questione della mancata comunicazione dell’Iban per la quale si sono dovuti attendere ben due anni. Adesso questi ritardi nonostante le sollecitazioni. E allora, quali sono le nubi che si sono addensate attorno allo sviluppo del porto di Vibo Marina?”.

La polifunzionalità

Vincenzo Pagnotta (Cisl)Su questo aspetto, Enzo Pagnotta è abbastanza chiaro: bisogna perseguire tale strada perché puntare solo su un settore, sia esso turistico, commerciale o industriale, potrebbe rappresentare la morte per l’infrastruttura: “Bisogna mettere a sistema tutto quello che abbiamo per poi sviluppare un progetto integrato. E credo che anche il comparto turistico delle grandi navi possa essere una via percorribile anche in caso di mancata realizzazione di una banchina per le crociere: le navi infatti possono restare in rada e i passeggeri arrivare sulla terraferma con i tender, come succede in tanti posti: Santorini e Dubrovnik tanto per citarne alcuni. Certamente, però, al turista devi offrire servizi una volta arrivati a terra. Servizi che in questo momento sono del tutto assenti e questo vale anche per le minicrociere con gli aliscafi. Basterebbe, per iniziare, anche solo una tensostruttura per come abbiamo più volte richiesto ma invano”.

Gli interventi

Sul punto il dirigente sindacale non ha dubbi: i lavori di messa in sicurezza e del dragaggio dei fondali devono avere la priorità. “Stiamo assistendo ad un insabbiamento dello specchio d’acqua. Si presume possa essere risolto con l’allungamento del molo verde. E allora lo si faccia e in questo l’autorità portuale e la politica devono essere inflessibili verso la Regione, portandola ad erogare il finanziamento dei 18 milioni sin da subito perché abbiamo atteso anche troppi anni”. (f.p.)

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