Protestano i forestali a Catanzaro: “Messi in cassa integrazione solo per recuperare risorse” (VIDEO)

Manifestazione davanti alla sede di Calabria Verde. Si chiede chiarezza sulla reale situazione economica in seno all’azienda

di Giovanni Bevacqua – Chiedono l’immediata sospensione della cassa integrazione causa Covid per gli operai idraulico forestali in forza a Calabria Verde, azienda in house della Regione Calabria. E non è solo una questione economica, con una perdita del reddito fino al 40%, ma anche di chiarezza sulla reale situazione economica in seno all’azienda. Sono circa 200 i lavoratori che questa mattina hanno protestato davanti alla sede di Calabria Verde, a Catanzaro, sotto le sigle sindacali di FLAI CGIL, FAI CISL e UILA UIL. Specificando che si tratta solo di “una delle tante iniziative che verranno messe in atto a livello regionale se le nostre istanze non verranno percepite”, volendo usare le parole di Giovambattista Nicoletti, segretario generale FLAI CGIL di Cosenza. È lo stesso a non ritenere coerente “una cassa integrazione generalizzata di tutto il comportato della forestazione calabrese, quindi 4700 lavoratori”. “Dalla parte politica e dalla parte tecnica – dice – traspare l’idea, non troppo velata, che si ricorre alla cassa integrazione per mancanza di risorse. Ed è questo che ci preoccupa di più. Perché se mancano liquidità a marzo sicuramente non si arriverà a chiudere l’annualità”. Nicoletti chiede chiarezza all’assessore Gallo sulla disponibilità dei fondi sottolineando che “il problema non si risolve mandando i lavoratori in cassa integrazione”.

Il segretario provinciale FAI CISL di Cosenza, Antonio Pisani, non ritiene “concepibile che un’azienda come Calabria Verde utilizzi questo strumento per recuperare risorse e fare cassa”. E mette in dubbio i numeri forniti dall’azienda per poterne usufruire. “I numeri dei contagi che ci hanno fornito – dice – per noi non sono veritieri. Ricordo che parliamo di persone che svolgono la propria attività all’aria aperta”.

Il segretario provinciale FAI CISL di Cosenza, Antonio Pisani, non ritiene “concepibile che un’azienda come Calabria Verde utilizzi questo strumento per recuperare risorse e fare cassa”. E mette in dubbio i numeri forniti dall’azienda per poterne usufruire. “I numeri dei contagi che ci hanno fornito – dice – per noi non sono veritieri. Ricordo che parliamo di persone che svolgono la propria attività all’aria aperta”.

Della stessa linea Antonio De Gregorio, segretario provinciale UILA UIL di Cosenza. “Si sta abusando del ricorso della cassa integrazione per Covid – dice – quando in realtà i numeri forniti dalla Regione Calabria e dalla stessa Calabria Verde si basano su dati generici, tra cui anche le quarantene. È un numero indicativo e non attendibile”. De Gregorio è convinto che l’obiettivo sia uno soltanto: “Si tratta di risparmiare oggi sulle spalle dei lavoratori forestali per arrivare poi a fine anno, verso settembre e ottobre, quando ci saranno degli appuntamenti importanti, con il portafogli rigonfio e fare in modo che il ‘problema del consenso’ venga superato”.

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