Raccolta firme irregolari alle elezioni, ai domiciliari il sindaco di Trebisacce

Altre misure cautelari sono state emesse dal Tribunale di Castrovillari nei confronti di due dipendenti comunali. Tra le accuse truffa e concussione

Il gip del Tribunale di Castrovillari ha emesso n’Ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti del Sindaco del Comune di Trebisacce, Franco Mundo, 60 anni, tratto agli arresti domiciliari e di 2 dipendenti del Comune (A.T. di 55 anni e M.C. di 48 anni, destinatari di misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio o servizio, rispettivamente di tre e sei mesi). L’ordinanza è stata eseguita dalla Guardia di Finanza di Sibari.

Operazione Mayor

Operazione Mayor

Le indagini sono scaturite dagli accertamenti espletati dalle Fiamme Gialle nell’ambito della procedura di gara in “Project Financing”, relativa all’aggiudicazione del contratto di concessione, progettazione, costruzione e gestione dell’autostazione di Trebisacce, in occasione dei quali sarebbero emersi indizi di reato nei confronti di alcuni degli indagati, tra cui il sindaco, a suo tempo candidato alle elezioni regionali del 28 gennaio 2020. I militari della Guardia di Finanza avrebbero accertato, in occasione delle elezioni, irregolarità nella raccolta delle firme necessarie per raggiungere il quorum indispensabile alla dichiarazione di presentazione della lista circoscrizionale di candidati “Io resto in Calabria”, circoscrizione elettorale Nord, a sostegno della candidatura di Pippo Callipo a Presidente della Regione Calabria.
Mundo si sarebbe adoperato al fine di reperire un maggior numero possibile di firme nella circoscrizione elettorale di competenza, raccogliendo illecitamente, senza la presenza del pubblico ufficiale autenticante, oltre 200 sottoscrizioni di elettori (alcuni dei quali inconsapevoli) e impiegando, solo in un secondo momento, un dipendente dell’Ufficio elettorale del Comune al fine dell’autenticazione fittizia. Ciò avrebbe consentito di raggiungere il quorum necessario per la presentazione della lista. Le attività delegate avrebbero permesso di acclarare come il primo cittadino, successivamente alla competizione elettorale (nella quale è risultato primo candidato non eletto), abbia individuato e ricercato soggetti compiacenti, tutti oggi iscritti nel registro degli indagati, al fine della sottoscrizione di dichiarazioni sostitutive di atto notorio, nelle quali avrebbero attestato falsamente di aver assistito allo scrutinio delle schede, in alcune sezioni ricomprese nelle circoscrizioni dei comuni di Paola ed Amantea (Codenza), rappresentandone la verificazione di irregolarità. Dichiarazioni successivamente allegate al ricorso (dichiarato poi inammissibile dal giudice amministrativo) che il sindaco di Trebisacce ha presentato al Tar Calabria al fine di ottenere illegittimamente un provvedimento che disponesse nuovamente il conteggio dei voti e la sua proclamazione a consigliere regionale. Al fine di predisporre l’istruttoria necessaria al ricorso e per ulteriori esigenze esclusivamente personali (anche quelle relative all’esercizio della sua professione di avvocato), il sindaco avrebbe utilizzato, in molteplici occasioni, l’autovettura del Comune, distraendola dalla prevista destinazione per finalità istituzionali e impiegando illecitamente, quale autista, un dipendente dell’Ente (componente del suo staff), il quale, in assenza di permesso e senza timbrare l’uscita ed il rientro, avrebbe indotto il Comune in errore circa la sua presenza sul luogo di lavoro, percependo indebitamente la retribuzione per ore di lavoro di fatto non effettuate. Nel corso delle ulteriori indagini delegate, sarebbero emersi gravi indizi di reato nei confronti del sindaco relativamente ad una vicenda concussiva: il primo cittadino, infatti, al fine di favorire un privato che occupava, abusivamente, una porzione demaniale del torrente Pagliara di Trebisacce, abusando della qualità di sindaco e dei poteri connessi alla carica, avrebbe costretto il direttore dei lavori pubblici affidati dal Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini dello Jonio Cosentino, relativi alla regimazione del Torrente e al rinforzo degli argini, a deviare il tracciato dei lavori rispetto a quello previsto in progetto, minacciandolo, fra l’altro, che, se non lo avesse fatto, avrebbe bloccato con ordinanza i lavori.

I sequestri

A tal fine, sono tuttora in corso di esecuzione 26 provvedimenti di sequestro, relativi ad altrettanti lotti, da parte dei Carabinieri Forestale del Nipaaf, supportati dai militari delle Stazioni CC Forestali di Acri, Castrovillari, Corigliano, Rossano, Oriolo e San Sosti, al fine di debellare il fenomeno delle occupazioni abusive che insiste prepotentemente sui terreni demaniali del Torrente Pagliara. Sono 18 i nominativi iscritti nel registro degli indagati a cui, a vario titolo, le Fiamme Gialle di Sibari hanno notificato l’informazione di garanzia, per le ipotesi di reato di peculato, concussione, truffa a danno di Ente locale, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e formazione o uso di schede e atti falsi disciplinati dal Testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle amministrazioni comunali, destinati alle operazioni elettorali.

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