Rai1: “Duisburg-Linea di sangue”, tv movie su ‘ndrangheta

La strage di ‘ndrangheta a Duisburg, in Germania, nel giorno di Ferragosto 2007 scosse l’Europa. Una lunga scia di sangue che dalla cittadina tedesca di Duisburg portava dritto sull’Aspromonte, mostrando agli occhi del mondo che la malavita calabrese non è solo un problema italiano ma una realtà attiva con la sua ombra anche fuori confine. Ispirato a uno dei casi di cronaca che più ha sconvolto l’opinione pubblica internazionale, ecco il film “Duisburg – Linea di sangue”, per la regia di Enzo Monteleone, in programma in prima serata su Rai1 mercoledì 22 maggio nell’ambito delle iniziative editoriali Rai dedicate alla Settimana della Legalità. E’ uuna coproduzione Rai Fiction–Iterfilm, prodotta da Laurentina Guidotti e Conchita Airoldi, realizzata in collaborazione con la Polizia di Stato. Si tratta di un tv movie ispirato a una strage che ha tristemente evidenziato la capacità di infiltrazione delle cosche calabresi anche all’estero.

Nella tranquilla Duisburg, cittadina tedesca della Renania Settentrionale, davanti al ristorante “Da Bruno”, sei corpi rimasero senza vita sull’asfalto. Tutte le vittime erano poco più che ventenni e l’atrocità del crimine fu un vero shock per tutta la popolazione. Il fatto sconvolse l’opinione pubblica tedesca: la mafia era arrivata anche lì. Una delle vittime, nelle cucine del ristorante aveva appena soffiato sulla torta dei suoi 18  anni. Un regolamento di conti tra bande verrebbe da pensare. Ma il festeggiato in tasca ha un santino bruciato, il santino di San Michele Arcangelo protettore della ‘ndrangheta. Protettore dei nuovi affiliati alla criminalità calabrese. Un segno, per chi conosce la mafia, che non lascia incertezze sulla natura della strage.

Nella tranquilla Duisburg, cittadina tedesca della Renania Settentrionale, davanti al ristorante “Da Bruno”, sei corpi rimasero senza vita sull’asfalto. Tutte le vittime erano poco più che ventenni e l’atrocità del crimine fu un vero shock per tutta la popolazione. Il fatto sconvolse l’opinione pubblica tedesca: la mafia era arrivata anche lì. Una delle vittime, nelle cucine del ristorante aveva appena soffiato sulla torta dei suoi 18  anni. Un regolamento di conti tra bande verrebbe da pensare. Ma il festeggiato in tasca ha un santino bruciato, il santino di San Michele Arcangelo protettore della ‘ndrangheta. Protettore dei nuovi affiliati alla criminalità calabrese. Un segno, per chi conosce la mafia, che non lascia incertezze sulla natura della strage.

Cominciano subito le indagini e la Germania è costretta a fare  i  conti con la sempre più ingombrante presenza della ‘ndrangheta sul suo territorio. Per trovare il bandolo della matassa, la Kriminalpolizei – che inizialmente pensa ad un regolamento di conti tra bande di turchi, albanesi e italiani per il controllo di armi e droga – chiede aiuto alle autorità italiane. Così per catturare i killer di Duisburg, vengono chiamati a investigare il cacciatore di mafiosi Michele Battaglia e il suo collega tedesco Thomas Block. I due poliziotti, nonostante le diffidenze reciproche, devono collaborare e ricorrere a ogni tecnica di indagine possibile per fronteggiare dei criminali in ascesa che ora godono il rispetto delle altre cosche e ricevono una protezione che li occulta al mondo. Battaglia scoprirà presto che quella terribile notte è stato il frutto di una vendetta   all’interno della faida tra le potenti famiglie Politano-Favara e Lapadula-Albanese di San Luca, un piccolo paese dell’Aspromonte calabrese.

Una faida iniziata durante il carnevale del 1991 tra i due clan che si contendono il controllo del territorio per l’egemonia sui traffici. Una faida proseguita per anni fino a quella tragica notte. Sarà proprio la collaborazione tra i due investigatori e il superamento delle loro differenze di metodo e di cultura che permetterà di arrestare, in una vera e propria battuta di caccia perseguita per l’intera Europa, i due giovani autori del massacro.

Il film è il racconto dell’evoluzione del fenomeno ‘ndrangheta e delle lotte interne per il potere regolate da sanguinose faide familiari, faide che possono durare per anni, colpendo le vittime sempre durante le feste comandate, come tradizione vuole, affinché la vendetta risulti indimenticabile. Ma è anche la storia di due poliziotti desiderosi di giustizia e riscatto sociale che riescono a stanare i criminali e cancellare questa linea di sangue, che come una scia rossa sembra marcare un territorio sottratto allo Stato. Firmano la sceneggiatura del tv movie Claudio Fava, Francesco Ranieri Martinotti e Monica Zapelli insieme al regista Enzo Monteleone. Protagonisti Daniele Liotti, Benjamin Sadler, Anna Ferzetti, Brenno Placido, Vincenzo Ferrera, Marina Crialesi, Massimiliano Frateschi e Ester Pantano.

Questa – scrive il regista Enzo Monteleone – è la storia di un “terribile fatto di cronaca che ha fatto conoscere al mondo la potenza e la violenza della ‘ndrangheta, la sua diffusione in Europa: la dimostrazione che la mafia calabrese non era solo un centro di potere locale, ma ormai una delle mafie più potenti del mondo che aveva superato i confini nazionali.

Michele Battaglia è il classico “servitore dello Stato”, un uomo di grande esperienza investigativa, abituato ad anteporre il dovere alla sua vita famigliare. Un calabrese “perbene” che ha un conto aperto con i suoi conterranei malavitosi.

Thomas Block è un uomo segnato dalla vita che in questa indagine vede la possibilità di riconquistare la sua credibilità professionale e il rispetto in se stesso.

Insieme formano una formidabile coppia di cacciatori di mafiosi”. L’idea del regista è stata quella di seguire i due protagonisti in questa caccia nel modo più realistico possibile, con l’uso di molta camera a mano e luce naturale. “Respirare insieme a loro – scrive nelle note di regia – l’adrenalina dell’inchiesta, l’orrore della scoperta delle vittime, la tensione del lungo pedinamento dalla Calabria fino in Germania. I luoghi prescelti per le riprese hanno avuto un ruolo molto importante: ai colori caldi del sud dell’Italia, il verde delle colline, l’azzurro del mare, l’ocra delle spiagge, ho contrapposto quelli lividi del nord della Germania come la zona industriale della Ruhr, le strade grigie, i quartieri degli immigrati italiani”.

Redazione Calabria 7

(Foto Rai)

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