di Danilo Colacino – D’accordo la cosiddetta emergenza Coronavirus è in pieno svolgimento e la situazione in Calabria non è certo facile.
Anzi, in realtà è di grande giustificato allarme, perché con il sistema sanitario che si ritrova la regione basta assai poco per arrivare al collasso e forse persino a scenari catastrofici da peste manzoniana con i Monatti, invece dei medici e degli infermieri, per le strade e nei nosocomi.
Anzi, in realtà è di grande giustificato allarme, perché con il sistema sanitario che si ritrova la regione basta assai poco per arrivare al collasso e forse persino a scenari catastrofici da peste manzoniana con i Monatti, invece dei medici e degli infermieri, per le strade e nei nosocomi.
Ma il lavoro della premiere dame Santelli si annuncia parimenti tutto in salita, anche e soprattutto sotto il profilo politico non appena la stramaledetta bestia Covid-19 sarà domata.
Si auspica al più presto, naturalmente, per tornare a dare un senso alle…facezie di prima.
E sì, considerato che più d’uno ha storto la bocca per una Giunta davvero inattesa.
Tre i volti noti al grande pubblico o quasi: l’intellettuale Nino Spirlì; il Capitano Ultimo, alias il colonnello dell’Arma Sergio De Caprio, e l’astrofisica Sandra Savaglio.
‘Nomi copertina’ che ricalcano l’esperienza del governatore Rosario Crocetta in Sicilia con gli assessori, di breve durata per la verità, Antonino Zichichi e Franco Battiato e una al tempo ancora parecchio giovane, tuttavia molto conosciuta nel mondo studentesco italiano, Nelli Scilabra.
Esperimento fallito, poiché Zichichi e Battiato ‘saltarono’ ben presto per vari motivi mentre la Scilabra non ebbe poi un grande futuro istituzionale.
Tutto ciò non vuol dire affatto, però, che in Calabria sarà lo stesso.
Ci mancherebbe.
Certo, complicato pensare alle giuste alchimie in un assetto tanto composito – sin dallo start – tra l’eccentrico (oltreché cattolico osservante) Spirlì e il ‘marziale’ Ultimo, passando per l’accademica (cattedratica per antonomasia) e scientificamente rigorosa Savaglio.
Ma fosse solo questo.
Il problema, semmai, sono i mal di pancia già pubblicamente espressi dall’Udc per l’investitura data al loro ex coordinatore e presidente del Consiglio durante la legislatura Scopelliti, Franco Talarico, il ceffone rifilato a più di mezza Lega (esclusa, come ovvio, quella autoctona e trasversale) e in particolare la delusione dell’intero centrodestra catanzarese (eccetto l’ala forzista che con la presidenza dell’assemblea a Mimmo Tallini farebbe bingo, come da copione, del resto).
Senza contare che, proprio riguardo all’ultima considerazione fatta, va aggiunto come fin da subito, ovvero appresa la notizia su Tallini, più di qualcuno di autorevole nel capoluogo si sia speso per farlo avvicendare da Baldo Esposito, salvaguardando vecchi equilibri cittadini magari con un Mimmo capogruppo di Fi a Palazzo Campanella.
Mission possible o impossible? Mah, difficile dirlo.
Certo che, però, per il modo in cui è andata fino ad ora i ‘Baldoboys’ non hanno molto da sperare. Staremo a vedere, comunque, perché le spinte sono e resteranno fortissime fino al limite consentito.
Ma al di là di tutto nell’istante stesso in cui terminiamo con le nostre spigolature vogliamo dar conto di una good new per i diretti interessati: la legittima soddisfazione di Fratelli d’Italia che per dirla con Totò, tomo tomo-cacchio cacchio, ha incassato senza colpo ferire la nomina assessoriale di Fausto Orsomarso.
Un premio a un consigliere regionale di lungo corso e provata fede meloniana.