(D.C.) – Sanità, sistema di smaltimento dei rifiuti, agricoltura e, immancabilmente purtroppo, lotta alla disoccupazione e al precariato che con il Covid-19 sono deflagrati.
Ecco quali dovrebbero essere le priorità della Regione.
Ecco quali dovrebbero essere le priorità della Regione.
Ma poco o niente di tutto questo sembra essere in cima all’agenda di quanti sono davvero al timone dell’ente.
Che sembrano invece parecchio più interessati alla moltiplicazione e spartizione delle poltrone per offrire qualcosa di appagante ai loro amici e aventi causa – come si dice in gergo – ‘rimasti a piedi’.
E già, perché non ci sono soltanto i maggiorenti catanzaresi (i quali, peraltro, come da noi scritto ieri seguitano a brigare nell’ombra, ipotizzando o forse persino sognando la ‘presa della Bastiglia’ sostenuti da una pletora di simpatizzanti a tutela di interessi enormi talvolta, meno grandi talaltra, e addirittura miseri in certe occasioni) rimasti a bocca asciutta.
In giro per la Calabria ci sono infatti parecchi questuanti in trepidante attesa, compresi in prima fila i campioni di preferenze che hanno a lungo accarezzato la prospettiva di occupare posti al sole.
Ecco perché l’interesse di chi decide è ora incentrato, invece che sui problemi veri e urgenti, sulle ‘supercommissioni’ et similia per tentare di smorzare al più presto appetiti voraci (politicamente parlando, s’intende).
Non una mission facile, soprattutto se le bocche da sfamare sono tante e larghe.
Ma come chiosiamo spesso noi: così è, se vi pare: benvenuti in Calabria. Anzi, stavolta, meglio dire “tutto il mondo è paese”.