Revocata misura cautelare a Domenico Lucano, può tornare a Riace

Di Vincenzo Imperitura

Revocato l’esilio a Mimmo Lucano: il tribunale di Locri ha da pochi minuti deciso per la revoca del divieto di dimora nei confronti dell’ex sindaco Lucano, da mesi ormai relegato nella vicina Caulonia a causa della misura restrittiva che gli impediva di rientrare in paese. Il tribunale ha quindi accolto l’istanza dei difensori dell’ex sindaco dell’accoglienza che potrà ora tornare a casa ed abbracciare l’anziano padre di 94 anni, appena rientrato a Riace dopo un ricovero all’ospedale di Catanzaro.

Revocato l’esilio a Mimmo Lucano: il tribunale di Locri ha da pochi minuti deciso per la revoca del divieto di dimora nei confronti dell’ex sindaco Lucano, da mesi ormai relegato nella vicina Caulonia a causa della misura restrittiva che gli impediva di rientrare in paese. Il tribunale ha quindi accolto l’istanza dei difensori dell’ex sindaco dell’accoglienza che potrà ora tornare a casa ed abbracciare l’anziano padre di 94 anni, appena rientrato a Riace dopo un ricovero all’ospedale di Catanzaro.

“Il mio primo pensiero è riabbracciare mio padre”. A dirlo è stato l’ex sindaco di Riace, Domenico Lucano, commentando con l’Agi la decisione del tribunale di Locri di revocare il divieto di dimora disposto a suo carico nell’ambito di un’inchiesta “Xenia” su presunte irregolarità nella gestione dei progetti di integrazione e accoglienza dei migranti. Nelle scorse settimane il “Comitato 11 giugno” e molti esponenti politici e del mondo delle associazioni avevano lanciato un appello, indirizzato tra gli altri al presidente della Repubblica Mattarella, affinché fosse consentito a Lucano di rientrare nel suo paese per vedere e assistere il padre 93enne, alle prese con gravi problemi di salute: il 23 agosto scorso, Lucano ha potuto incontrare il padre all’ospedale di Catanzaro, dove l’anziano è stato ricoverato per alcuni giorni.

“Due giorni fa – ha detto ancora Lucano – mio papà è ritornato da Catanzaro e ha chiesto di me. E’ il mio pensiero, il mio primo pensiero, è di andare da lui, perché ha resistito, ha resistito. E’ ritornato dall’ospedale Catanzaro ed è bello che posso ritornare anche io a Riace”.

“Oggi è una bella giornata, dai…”. Così l’ex sindaco di Riace (Reggio Calabria), Domenico Lucano, ha commentato con l’Agi la revoca del divieto di dimora a cui era sottoposto nell’ambito dell’inchiesta “Xenia” su presunte irregolarità nella gestione dei progetti di integrazione e accoglienza dei migranti. Lucano, che nel periodo in cui è stato sottoposto al divieto di dimora ha vissuto a Caulonia, centro a pochi chilometri di distanza dal suo comune di origine, ha riferito la sua intenzione di “tornare subito a Riace appena mi sarà notificato il provvedimento del Tribunale di Locri, perché voglio tornare al mio paese da persona completamente libera”.

Lucano ha descritto il suo stato d’animo nell’aver appreso della revoca della misura a suo carico. “Da una parte – ha spiegato Lucano –  prevale la gioia dentro di avere ritrovato la libertà, dall’altra però c’è un’amarezza perché ho dovuto subire questo peso prima del processo. Io voglio affrontare il processo da persona libera, senza questo peso nell’anima. Io ho cercato sempre e solo di fare il sindaco con l’obiettivo di riscattare il mio paese e la Calabria, dando speranza a tantissime persone, che si sono fermate a Riace per me, e questo mi dà grande orgoglio. Mi spiace – ha poi sostenuto Lucano – che io e queste persone abbiamo vissuto quest’ultimo anno con profonda tristezza, per il prevalere di atteggiamenti di cattiveria e disumanità ingiusti. E mi piace pensare che anche la revoca della misura nei miei confronti si inerisce nella nuova direzione che sui temi dell’immigrazione e dell’accoglienza si può aprire con il nuovo governo”

Lucano ha poi aggiunto: “Non provo alcun rancore, e oggi è una bella giornata, dai… Ho capito che non bisogna mai perdere la speranza, e guardare anche alla sofferenza degli altri, che forse è più importante della nostra, ricordando – ha affermato l’ex sindaco di Riace – che ci sono anche persone che subiscono ingiustizie anche più grandi di quelle che possiamo subire noi”.

Infine, con riferimento al processo al Tribunale di Locri scaturito dall’inchiesta “Xenia” che lo vede imputato con altre 26 persone, Lucano ha detto: “Sono fiducioso, lo affronto a testa alta e con dignità, non ho nulla da nascondere”.

Redazione Calabria 7

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