di Gabriella Passariello- Dai rapporti tra i Piscopisani e i Sangregoresi e tra i Piscopisani e la famiglia Mancuso si è aperta la seconda giornata di audizione del collaboratore di giustizia Raffaele Moscato nell’ambito del processo Rinascita Scott contro le cosche del Vibonese. Fanno parte del gruppo dei Piscopisani, secondo quanto detto in aula dal pentito, Nazzareno Fiorillo detto “Tartaro”, capo della locale di Piscopio; Giuseppe Galati, detto “Pino il ragioniere”, capo società di Piscopio; Michele Fiorillo, detto Zarrillo, il contabile; Rosario Battaglia, detto “Sarino”, che è il “mastro di giornata”; Rosario Fiorillo detto “Pulcino”, componente della società maggiore della quale ha fatto parte anche lo stesso Moscato. Francesco Scrugli, (ucciso nel marzo del 2012 nel quartiere Pennello di Vibo Marina nell’ambito della faida con i Patania), faceva parte della locale di Vibo con Andrea Mantella, battezzato in carcere a 18 anni. Vibo, Stefanaconi e Sant’ Onofrio hanno formato delle ‘ndrine di cui fanno parte la famiglia Bonavota, i Franzè di Stefanaconi ed Emilio Antonio Bartolotta. Tutti questi gruppi sono separati dal clan Mancuso di Limbadi. Il pentito incalzato dal pm della distrettuale di Catanzaro Annamaria Frustaci chiarisce come Andrea Matella non sia stato sotto il potere dei Mancuso, anzi Luni Scarpuni riconosceva all’ex boss secessionista il suo ruolo su Vibo e “faceva l’amico con lui”. Mantella, a detta del pentito, si è sempre messo a disposizione dei Bonavota e mai dei Mancuso.
La strategia espansionistica del boss Luigi Mancuso
La strategia espansionistica del boss Luigi Mancuso
Rispondendo alle domande del pubblico ministero, Moscato riferisce quanto si diceva negli ambienti criminali su Luigi Mancuso, che subito dopo l’uscita dal carcere aveva deciso di allontanarsi da Limbadi anche se ancora sul territorio, per tutte le “tragedie che aveva posto in essere negli anni passati e per quello che aveva fatto con noi il nipote Luni Scarpuni. Lui era latitante volontario ma sappiamo che era ancora a Limbadi, anche se si dice che ha lasciato per cinque anni il potere al fratello Cosmo Mancuso. Abbiamo saputo che Luigi Mancuso, di cui parlavano tutti bene, alla fine del 2012 aveva provato a contattarci attraverso Saverio Razionale per fare la pace con noi Piscopisani”. Luigi Mancuso avrebbe avuto secondo il collaboratore di giustizia precise mire espansionistiche: si era staccato dal Crimine della provincia di Reggio Calabria e si era alleato con Nicolino Grande Aracri, con i Farao, gli Arena e Marincola. “Negli ambienti carcerari si diceva insomma che si era avvicinato ai crotonesi”.
I favori a “quelli” di San Gregorio e l’omicidio Polito
Moscato nel corso dell’udienza chiarisce anche i dettagli sull’omicidio Polito, “l’hanno commesso quelli di San Gregorio d’Ippona e precisamente il nipote di Saverio Razionale, soprannominato “Ruzzu u gattu” e uno che ha una macchia sulla fronte, che anche lui fa parte del gruppo di fuoco di San Gregorio e credo che si chiami Tonino”. Rosario e Michele Fiorillo, secondo il racconto del collaboratore di giustizia, non potevano dire di no, per uno scambio di diversi favori con “quelli di San Gregorio”, “nel senso che avevano messo in atto molti omicidi fra loro. Questa cosa me la disse Rosario Battaglia affermando che Rosario Fiorillo era stupido, in quanto ammazzava le persone per niente. So che entrambi i Fiorillo si sono cresciuti dal punto di vista criminale a San Gregorio d’Ippona, dormivano insieme a zio Melo, detto anche “Ruzzu u gattu”, nipote di Saverio Razionale”