Ore frenetiche quelle vissute dal comitato tecnico scientifico, in affanno per determinare le migliori norme possibili da applicare per concludere il piano di riapertura di bar, ristoranti e pizzerie.
Ore frenetiche quelle vissute dal comitato tecnico scientifico, in affanno per determinare le migliori norme possibili da applicare per concludere il piano di riapertura di bar, ristoranti e pizzerie.
I governatori delle Regioni pressano il Governo e vogliono riaperture al 18 maggio, ma partire e sbagliare può essere una mossa letale. Parola d’ ordine, come al solito, gradualità e cautela per non vanificare gli sforzi e i risultati fin qui fatti ed ottenuti.
Il lavoro, portato avanti insieme agli esperti dell’Inail, mira a garantire, su tutto, la sicurezza dei clienti e lavoratori.
Fermo restando l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, si lavora sulla “prossimità”.
La discussione è sulla distanza tra i tavoli, che, secondo quanto anticipato dal quotidiano economico il Sole 24 Ore, dovrebbe essere di almeno 2 metri. Per questo, i comuni, per sopperire, alla perdita di posti all’interno dei locali, concederanno a titolo gratuito gli spazi pubblici.
Qualora, queste regole non dovessero trovare applicazione, si passerà ai pannelli in plexiglas per avventori non dello stesso nucleo familiare. Solo indiscrezioni al momento, ma che rendono l’idea di quella che sarà la nuova realtà in cui si verrà catapultati in quella che sarà ricordata com l’epoca del Covid-19.
Intanto, rispondendo alla richiesta dei governatori di centrodestra, tra cui quello calabrese Jole Santelli, di procedere in autonomia senza linee guida precise ed apertura al 18 maggio, il ministro Francesco Boccia ha commentato: “Comprendo l’esigenza delle Regioni di avere un quadro che consenta loro di avviare le riaperture differenziate e condivido l’esigenza di averlo in tempi brevi. Ringrazio i presidenti per la condivisione con il governo dell’esigenza di avere linee guida nazionali elaborate dal comitato scientifico su proposta Inail, sulla cui base eventuali ordinanze regionali, emesse prima delle nuove misure, dovranno essere riformulate, a tutela della salute pubblica e della sicurezza sul lavoro”.
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