Scuola, deputati Fdi Ferro, Bucalo e Frassinetti su concorso per docenti medie e superiori

Fratelli d'Italia Reggio

“Il governo ponga rimedio alla paradossale situazione che si è venuta a creare a seguito del concorso 2018 per docenti di scuola media e superiore, che rischia di produrre vincitori che non saranno mai assunti”. A chiederlo sono i deputati di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, Carmela Bucalo e Paola Frassinetti, che hanno rivolto una interrogazione al ministro dell’Istruzione.

“Si è venuta a creare una situazione paradossale – spiegano i deputati di Fratelli d’Italia – poiché per un complicato intreccio di ritardi amministrativi e imbarazzanti tentativi di porvi rimedio, i primi in graduatoria rischiano di essere scavalcati da chi ha ottenuto un punteggio più basso”.  Il concorso è stato bandito nel febbraio 2018 per assicurare una cattedra a tutti i supplenti che oltre ad avere anni di servizio alle spalle avevano anche un’abilitazione e, in base al relativo bando, sarebbero stati tutti, nessuno escluso, inseriti in una graduatoria di merito da cui poi sarebbero stati assunti. A causa dei ritardi nella formazione delle commissioni, però, la pubblicazione delle graduatorie dei vincitori ha subito enormi ritardi, motivo per cui a settembre 2018, secondo dati Uil, solo 6.748 vincitori hanno potuto iniziare il loro anno di prova, mentre 5.642 aspiranti docenti hanno perso l’opportunità di essere immessi in ruolo; tale situazione si è tradotta in un danno non solo per gli aspiranti docenti, ma anche per le scuole costrette a chiamare dei supplenti. Per porre in qualche modo rimedio a tale incresciosa situazione, il Ministero dell’istruzione, con un decreto ad hoc firmato nel mese di settembre 2018, ha deciso di accantonare i posti residui del contingente 2018 in attesa delle assunzioni nel settembre 2019. Nel frattempo, per via dell’onda lunga dei “baby pensionati” e di quanti hanno deciso di usufruire di “quota 100”, si sono liberati moltissimi altri posti, con il risultato paradossale che i concorsisti con un punteggio più basso hanno ottenuto il diritto a salire in cattedra grazie allo scorrimento delle graduatorie che si è reso necessario. “La disparità di trattamento e l’ingiustizia che tale situazione ha creato – spiegano i deputato di Fratelli d’Italia – sono state denunciate non solo dai diretti interessati, ma anche dai sindacati confederali che, in un incontro al Ministero dell’istruzione, il 2 luglio 2019, hanno chiesto al Ministero di ripensare la procedura in modo tale da garantire anche a chi è più in alto in graduatoria la possibilità di scegliere su tutte le cattedre che si sono liberate”. Gli onorevoli Ferro, Bucalo e Frassinetti ricordano come “dietro quella che appare l’insensatezza e assurdità di una cieca burocrazia ci sono le vite di aspiranti docenti e delle rispettive famiglie, che vivono nell’instabilità, nel precariato, nella mancanza di programmazione a lunga scadenza e di una pianificazione didattica”. Per questo i deputati di Fdi hanno chiesto al ministro quali urgenti iniziative intenda adottare o abbia adottato per porre rimedio alla situazione di disuguaglianza che si è venuta a determinare, garantendo continuità didattica e stabilità e il diritto allo studio degli alunni, oltre che risposte concrete agli interessati, nonché per evitare inutili contenziosi con la pubblica amministrazione”.

“Si è venuta a creare una situazione paradossale – spiegano i deputati di Fratelli d’Italia – poiché per un complicato intreccio di ritardi amministrativi e imbarazzanti tentativi di porvi rimedio, i primi in graduatoria rischiano di essere scavalcati da chi ha ottenuto un punteggio più basso”.  Il concorso è stato bandito nel febbraio 2018 per assicurare una cattedra a tutti i supplenti che oltre ad avere anni di servizio alle spalle avevano anche un’abilitazione e, in base al relativo bando, sarebbero stati tutti, nessuno escluso, inseriti in una graduatoria di merito da cui poi sarebbero stati assunti. A causa dei ritardi nella formazione delle commissioni, però, la pubblicazione delle graduatorie dei vincitori ha subito enormi ritardi, motivo per cui a settembre 2018, secondo dati Uil, solo 6.748 vincitori hanno potuto iniziare il loro anno di prova, mentre 5.642 aspiranti docenti hanno perso l’opportunità di essere immessi in ruolo; tale situazione si è tradotta in un danno non solo per gli aspiranti docenti, ma anche per le scuole costrette a chiamare dei supplenti. Per porre in qualche modo rimedio a tale incresciosa situazione, il Ministero dell’istruzione, con un decreto ad hoc firmato nel mese di settembre 2018, ha deciso di accantonare i posti residui del contingente 2018 in attesa delle assunzioni nel settembre 2019. Nel frattempo, per via dell’onda lunga dei “baby pensionati” e di quanti hanno deciso di usufruire di “quota 100”, si sono liberati moltissimi altri posti, con il risultato paradossale che i concorsisti con un punteggio più basso hanno ottenuto il diritto a salire in cattedra grazie allo scorrimento delle graduatorie che si è reso necessario. “La disparità di trattamento e l’ingiustizia che tale situazione ha creato – spiegano i deputato di Fratelli d’Italia – sono state denunciate non solo dai diretti interessati, ma anche dai sindacati confederali che, in un incontro al Ministero dell’istruzione, il 2 luglio 2019, hanno chiesto al Ministero di ripensare la procedura in modo tale da garantire anche a chi è più in alto in graduatoria la possibilità di scegliere su tutte le cattedre che si sono liberate”. Gli onorevoli Ferro, Bucalo e Frassinetti ricordano come “dietro quella che appare l’insensatezza e assurdità di una cieca burocrazia ci sono le vite di aspiranti docenti e delle rispettive famiglie, che vivono nell’instabilità, nel precariato, nella mancanza di programmazione a lunga scadenza e di una pianificazione didattica”. Per questo i deputati di Fdi hanno chiesto al ministro quali urgenti iniziative intenda adottare o abbia adottato per porre rimedio alla situazione di disuguaglianza che si è venuta a determinare, garantendo continuità didattica e stabilità e il diritto allo studio degli alunni, oltre che risposte concrete agli interessati, nonché per evitare inutili contenziosi con la pubblica amministrazione”.

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