Scuole specializzazione medica: Tar Lazio, ok a scorrimento graduatorie

Lunedì 13 maggio il TAR Lazio, Roma, ha emesso un’ordinanza cautelare con cui ha riconosciuto all’amministrazione la possibilità di effettuare in via straordinaria una distribuzione dei posti programmati e rimasti, tuttavia, liberi nel precedente concorso per l’ingresso nelle scuole di specializzazione in medicina.

In particolare, la ricorrente, laureata in medicina e chirurgia, era entrata nella graduatoria di merito del concorso nazionale per l’ammissione alle scuole di specializzazione e, tuttavia, non aveva ottenuto il contratto in quanto i posti risultavano esauriti e non veniva operato alcuno scorrimento per i posti successivamente resisi disponibili.

In particolare, la ricorrente, laureata in medicina e chirurgia, era entrata nella graduatoria di merito del concorso nazionale per l’ammissione alle scuole di specializzazione e, tuttavia, non aveva ottenuto il contratto in quanto i posti risultavano esauriti e non veniva operato alcuno scorrimento per i posti successivamente resisi disponibili.

Si è quindi rivolta al Tar chiedendo l’assegnazione per scorrimento straordinario dei posti successivamente rimasti liberi e non assegnati a seguito di rinuncia dei precedenti beneficiari.

Il Tar ha ritenuto meritevole la tesi avanzata dagli avvocati Andrea Lollo e Umberto Frangipane, associati dello Studio Falzea, in merito alla carenza di personale medico specializzato, con conseguente interesse anche pubblico alla massima possibile copertura dei posti disponibili, in quanto, per come si legge nell’ordinanza “al mero spostamento all’anno successivo dei fondi assegnati corrisponde un ritardo nella formazione di professionalità, ritenute necessarie per il sistema sanitario nazionale.”

Si tratta di una pronuncia del tutto innovativa, in quanto fino ad oggi nelle università italiane non era mai accaduto che si procedesse all’assegnazione per scorrimento straordinario dei posti rimasti liberi nei concorsi di ammissione alle scuole di specializzazione in medicina.

I legali si considerano soddisfatti del risultato raggiunto: “L’obiettivo era garantire non solo la tutela dell’interesse della nostra assistita (e, dunque, quello personale del ricorrente), ma l’efficienza del sistema sanitario nazionale che, annualmente, si vede costretto ad avvalersi di un numero di unità di medici specializzati inferiore al fabbisogno generale”.

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