La Cina potrebbe vedere un’ondata di Omicron con circa 1,55 milioni di morti e una domanda per le unità di terapia intensiva (ICU) fino a 15,6 volte la capacità esistente, se la sua attuale strategia zero-Covid venisse revocata. Questi i risultati di uno studio di modellizzazione pubblicato su “Nature Medicine”. La strategia cinese zero-Covid, che mira a tagliare le catene di trasmissione e porre rapidamente fine alle epidemie, è in atto da agosto 2021 per rispondere alle varianti SARS-CoV-2 con livelli di trasmissibilità più elevati (come Delta e Omicron). Tuttavia, la Cina sta ora valutando la sostenibilità di questa politica, anche dal punto di vista politico, e possibili atti di mitigazione. Al 18 aprile 2022, il 91,4 per cento della popolazione cinese di età superiore ai 3 anni aveva ricevuto la vaccinazione completa contro il Covid-19 e il 53,7 per cento aveva ricevuto un’iniezione di richiamo. Tuttavia, questa immunità potrebbe non essere sufficiente per prevenire le epidemie.
I contagi
I contagi
Dal primo marzo al 22 aprile 2022, sono state segnalate più di 500.000 infezioni da Omicron in quasi tutte le province della Cina, di cui il 93 per cento a Shanghai. Per valutare la possibilità di mitigare la strategia zero-Covid, lo studioso Hongjie Yu, della Fudan University di Shanghai e i suoi colleghi hanno sviluppato un modello matematico in grado di calcolare le conseguenze associate alla diffusione del Covid-19 in caso di revoca della politica zero-Covid. Nello scenario di base, che considerava una popolazione vaccinata con il richiamo e l’assenza di interventi non farmaceutici (NPI) come test di massa e restrizioni alla mobilità, la variante Omicron aveva il potenziale di causare fino a 5,1 milioni di ricoveri ospedalieri, 2,7 milioni di ricoveri in terapia intensiva e 1,55 milioni di decessi entro un periodo di 6 mesi fino a settembre 2022. Le persone non vaccinate di età pari o superiore a 60 anni rappresentavano il 74,7 per cento del numero totale di decessi previsti a causa della lacuna nella copertura vaccinale. Gli autori hanno anche studiato l’impatto di tre tipi di strategie per mitigare le conseguenze del Covid-19: promozione di ulteriori vaccinazioni, comprese dosi di richiamo e promozione della vaccinazione tra le persone non vaccinate di età pari o superiore a 60 anni; terapie antivirali; e NPI potenziati. Tuttavia nessuna delle singole strategie di mitigazione valutate da sole è risultata sufficiente per ridurre il bilancio delle vittime o per prevenire il superamento della domanda di terapia intensiva. Solo una combinazione di strategie – tra cui un’ulteriore vaccinazione di persone anziane e vulnerabili, fornendo accesso a farmaci antivirali e NPI – potrebbe ridurre il bilancio delle vittime e prevenire il sovraffollamento del sistema sanitario.