Sparatoria a Vibo, la Procura pronta a chiudere il cerchio: individuati autore e movente

Il giovane ferito è un imputato di "Rinascita Scott". Gli inquirenti procedono per tentato omicidio ma escludono il movente mafioso. Chi ha sparato lo ha fatto per futili motivi
Vibo Valentia

di Mimmo Famularo – Sarebbe già stato individuato l’autore della sparatoria avvenuta nel cuore della notte in piazza Morelli a Vibo. Chi ha ferito a colpi di pistola il 32enne Domenico Catania, alias Pallina, avrebbe un nome e un cognome. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Ciro Lotoro sotto la supervisione del procuratore Camillo Falvo, hanno imboccato una strada ben precisa e gli investigatori dei carabinieri puntano a chiudere il cerchio dopo aver sentito diversi testimoni presenti sul posto e visionato le immagini di videosorveglianza. Sarebbe stata ricostruita la dinamica della sparatoria e individuato anche il movente. Non un agguato di matrice mafiosa ma un ferimento a colpi di pistola al culmine di una lite scoppiata per motivi alquanto banali. Questa la principale pista seguita dagli inquirenti che procedono per tentato omicidio.

Il giovane ferito imputato in “Rinascita Scott”

Il giovane ferito imputato in “Rinascita Scott”

Il giovane ferito nella notte non è solo già noto alle forze dell’ordine ma è anche imputato in “Rinascita Scott” per tentato omicidio. Domenico Catania, secondo la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, in concorso con Domenico Camillò, Bartolomeo Arena e Antonio Macrì (classe ’90) avrebbe tentato di uccidere Carmelo Pugliese, detto Cassarola, nel settembre del 2015. Ironia della sorte, il 32enne è ora ricoverato all’ospedale Jazzolino di Vibo in prognosi riservata ma – da quanto si apprende – non in pericolo di vita. La pallottola sparata all’altezza del torace ha attraversato l’emitorace destro uscendo dal lato opposto.

L’offensiva di Falvo contro il proliferare delle armi clandestine

L’ombra della ‘ndrangheta resta per il momento a distanza anche se l’episodio va a confermare la mentalità tipicamente mafiosa presente nella subcultura della società vibonese per cui anche una piccola discussione rischia di sfociare nel sangue. Episodi del genere a Vibo sono stati frequenti negli ultimi anni e proprio per questo motivo il procuratore Camillo Falvo fin dal suo insediamento ha lanciato una vera e propria offensiva contro il proliferare di armi clandestine allo scopo di disarmare un territorio che fino a poco tempo fa sembra un far west. L’apparente tranquillità di una città rianimata dalla movida del sabato sera è stata scossa nel cuore della notte da un colpo di pistola che ha richiamato alla mente pagine buie di un passato ripulito dal maxi blitz “Rinascita Scott”, la colossale inchiesta contro la ‘ndrangheta vibonese che ha smantellato anche le “nuove leve” dei clan.

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