(D.C.) – Maurizio Talarico, ormai noto imprenditore catanzarese da anni trapiantato a Roma, che di recente era ‘arrivato’ al grande pubblico per aver offerto la sua disponibilità a impegnarsi in politica, per qualche ‘comparsata’ televisiva (in particolare a Non è l’Arena) e soprattutto proprio nelle scorse ore per la lodevole iniziativa in tempi di Coronavirus di produrre mascherine protettive con lo ‘sfrido’ dei tessuti, il cui ricavato delle vendite sarà devoluto alla Regione Calabria per l’acquisto di attrezzature mediche, ha proposto un’amara riflessione su Linkedin, social diciamo così professionale.
Molto concrete le sue considerazioni.
Molto concrete le sue considerazioni.
Che comunque non prescindono dalla necessità di fare quadrato per sconfiggere il nemico comune: il terribile Covid-19, e orientate al dopo emergenza.
“Sarà assai dura – scrive sostanzialmente – ripartire dopo questo lungo fermo. E sarà quasi impossibile che si registri un boom (magari come al termine di una guerra, ndr), perché ogni singolo Paese del mondo tenderà a isolarsi, essendo magari già fuori dalla crisi o dovendoci al contrario ancora entrare. Perché il virus, prima o poi, colpirà purtroppo tutti”.
Talarico valuta insomma i negativi effetti della rottura di una rete di scambi mondiale, il cosiddetto import-export, che per quanto sperequata ovvero a varie velocità (aggiungeremo noi) garantiva più o meno a chiunque ne avesse la capacità di stare sul mercato, compreso quello internazionale.
Si spiega così la sua chiosa, anzi l’augurio, di poter assistere al lavoro “degli eroi dell’economia italiana, come ovvio non appena avranno terminato gli eroi della sanità, capaci di guidare la nazione alla ripresa”.