Tentò di uccidere l’ex moglie, l’infermiera Maria Antonietta Rositani, in modo premeditato e orribile per futili motivi, dandole fuoco. Adesso Giustizia è fatta, almeno in primo grado di giudizio: per Ciro Russo è arrivata una condanna a 18 anni di reclusione, con rito abbreviato.
Come si ricorderà, l’uomo pur di mettere in atto il suo turpe disegno criminoso ai danni dell’ex coniuge violò gli arresti domiciliari cui era confinato nel Napoletano, precisamente a Ercolano, per “volare” in automobile fino alla punta dello Stivale.
Come si ricorderà, l’uomo pur di mettere in atto il suo turpe disegno criminoso ai danni dell’ex coniuge violò gli arresti domiciliari cui era confinato nel Napoletano, precisamente a Ercolano, per “volare” in automobile fino alla punta dello Stivale.
Russo raggiunse la donna in via Frangipane, nella zona Sud di Reggio, mentre si trovava da sola a bordo della propria auto: a quel punto l’uomo aprì lo sportello, versò liquido infiammabile in quantità nell’abitacolo e diede fuoco all’ex moglie urlandole «Muori!». Nel rogo, all’interno della vettura, morì il cagnolino della Rositani (ecco perché l’uccisione d’animali fra i capi d’imputazione).
Questo avveniva il 12 marzo del 2019: Ciro Russo fu catturato dagli agenti della Squadra mobile entro le 48 ore successive, mentre si trovava ancòra a Reggio Calabria e aveva appena comprato dei rustici in una pizzeria da asporto della centrale via Melacrino. Fin dalle prime fasi, il pregiudicato avrebbe accreditato la tesi di un atto “oltre le intenzioni”, che gli avrebbe fatto rischiare di commettere un uxoricidio ma senza avere l’effettiva intenzione d’uccidere l’ex moglie.
Contemporaneamente, per Maria Antonietta scattò dapprima il momento della lotta per la vita, coronata da successo, e poi di un interminabile “calvario” durato quasi un anno nel Centro Grandi ustionati del Policlinico di Bari.
Tantissime e plateali, poi, le manifestazioni di solidarietà e le collette di vario genere per finanziare le cure da parte di Enti e associazioni, reggine e calabresi ma non solo.
In questa foto, in particolare, una delle più eclatanti, promossa dalla Commissione Pari opportunità della Città metropolitana di Reggio Calabria, con la figlia della donna – Annie Russo – al momento d’intervenire, in primo piano con il megafono.