Blitz antimafia a Potenza, scoperti i legami dei clan lucani con la ‘ndrangheta: 37 arresti (NOMI)

Collegamenti con i Pesce-Bellocco di Rosarno e Grande Aracri di Cutro: "Legami maturati durante le detenzioni in carcere"

Una quarantina di provvedimenti di misura cautelare, tra cui diversi arresti, sono stati eseguiti nel corso della notte appena trascorsa da parte della Polizia nell’ambito di un’operazione contro il clan Martorano-Stefanutti coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Potenza. Le persone coinvolte nell’operazione – che si estende anche alla provincia di Matera – sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti e di numerosi “delitti scopo”, aggravati dall’agevolazione e dal metodo mafioso.

Legami con la ‘ndrangheta

Legami con la ‘ndrangheta

Il clan potentino guidato da Renato Martorano e Dorino Stefanutti – due delle 37 persone arrestate oggi dalla Polizia (28 in carcere, nove ai domiciliari) – è ormai “ampiamente riconosciuto dalla ‘ndrangheta calabrese e dai clan mafiosi lucani, siciliani e pugliesi”: è la conclusione della Direzione distrettuale antimafia di Potenza, che ha chiesto e ottenuto dal gip gli arresti. Dall’inchiesta sono emersi collegamenti con le cosche calabresi dei Pesce-Bellocco e dei Grande Aracri, con il clan catanese dei Santapaola e con gruppi criminali pugliesi e lucani. La Procura antimafia di Potenza ritiene di aver scoperto anche “una fitta rete di contiguità e connivenze insinuatasi persone nelle sfere istituzionali”, oltre alla tipica attività di “mutua assistenza” a favore dei detenuti.

Arrestato sindacalista: era ‘braccio armato del clan’

Nell’inchiesta risulta coinvolto anche un rappresentante sindacale, Rocco Della Luna della Uil. Secondo quanto riferito in conferenza stampa dal procuratore distrettuale, Francesco Curcio, Della Luna (che ora si trova ai domiciliari) sarebbe “il braccio armato” del clan Martorano-Stefanutti nella gestione “addomesticata” dei dipendenti della società “Kuadra”, che in passato è stata affidataria dei servizi di pulizia presso l’ospedale San Carlo di Potenza, il più importante della regione. In totale gli indagati sono una sessantina e le indagini hanno preso in esame gli ultimi 15 anni di attività criminale a Potenza e in altre zone della Basilicata. Alla conferenza stampa ha partecipato anche il prefetto Francesco Messina, direttore centrale anticrimine della Polizia, il quale ha sottolineato che “in Italia non ci sono aree libere da sodalizi. I legami tra queste organizzazioni – ha aggiunto – sono maturate durante le detenzioni e questo deve far riflettere”.

I nomi delle persone coinvolte nell’inchiesta

Oltre a Martorano, che ha 65 anni, e Stefanutti 62 anni, l’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal gip di Potenza Lucio Setola, per Rocco Basta 59 anni, Rocco Benedetto 42 anni, Marco Bruno 31 anni, Luigi Cancellara 66 anni, Domenico Carlucci 48 anni, Enzo Giordano 32 anni, Enrico Michele Lamonea 25 anni, Umberto Lopiano 33 anni, Donato Lorusso 48 anni, Antonio Masotti 58 anni, Mirco Nucito 33 anni, Federico Orlando 25 anni, Giambattista Pace 29 anni, Giambattista Pace 69 anni, Lodovico Pangrazio 71 anni, Saverio Postiglione 67 anni, Giovanni Quaratino 70 anni, Salvatore Francesco Romano 33 anni, Salvatore Santoro 53 anni, Michele Sarli 29 anni, Nicola Sarli 51 anni, Valentino Scalese 40 anni, Giovanni Tancredi 53 anni, Marco Triumbari 53 anni, Carlo Troia 51 anni e Gerardo Vece 28 anni.

Sono ai domiciliari Lorys Calabrone, di 36 anni, Potito Capezzera (43 anni), Elvira D’Ascoli (58 anni), Rocco Della Luna (50) anni, Mario Di Giuseppe (42 anni), Francesco Michele Riviezzi (38 anni), Federico Saccone (32 anni), Albina Stefanutti (48 anni) e Manuela Stefanutti (35 anni). Il divieto di dimora in provincia di Potenza è stato disposto per Giacinto Daniel Tomasco di 33 anni.

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