Inchiesta sui rifiuti a Vibo, sospesi dal servizio due dirigenti della Regione e due funzionari dell’Arpacal (NOMI)

Si tratta dell'indagine della Procura di Vibo sui rifiuti smaltiti illecitamente nei terreni agricoli. Undici gli indagati

I Carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno e del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale (NIPAAF) di Vibo Valentia, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione delle misure interdittive emesse dal gip del Tribunale di Vibo su richiesta del procuratore Camillo Falvo e del sostituto co-titolare delle indagini nei confronti di due dirigenti della Regione Calabria e due funzionari dell’Arpacal sospesi dal servizio per un mese.

Il provvedimento riguarda l’indagine che lo scorso mese di marzo ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli stessi dirigenti e funzionari regionali che – a vario titolo – concedevano e agevolavano l’aumento del quantitativo di rifiuti in ingresso nell’impianto di compostaggio di Vazzano, in provincia di Vibo Valentia, favorendo una serie di attività illecite.

I nomi dei quattro dipendenti sospesi

La sospensione per un mese dal servizio riguarda il dirigente del settore Ambiente della Regione Calabria Gianfranco Comito, 66 anni di Vibo Valentia; il dirigente dell’Autorità rifiuti e risorse idriche della Calabria Vincenzo De Matteis, 51 anni, di San Fili; il funzionari dell’Arpacal Franco Dario Giuliano, 58 anni di Ricadi e Nicola Anselmo Ociello, 57 anni di Vibo Valentia. Al centro dell’attività investigativa il ciclo di trasformazione dei rifiuti effettuato all’interno di un impianto di recupero del Vibonese con sede a Vazzano, quello della Eco Call. L’azienda sita a Vazzano operante nel settore del recupero dei rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata, avrebbe dovuto produrre ammendante compostato misto. Secondo l’ipotesi accusatoria, non rispettando la procedura prevista all’interno dell’autorizzazione integrata ambientale, generava un prodotto che non aveva perso la qualifica di rifiuto, contenente plastiche, vetri e metalli, anche pesanti come il cromo esavalente ed andando ad inquinare irrimediabilmente i terreni agricoli. Nell’inchiesta risultano indagati anche il patron del Cosenza Eugenio Guarascio, 70 anni, di Lamezia Terme e sua sorella Ortenzia Guarascio, 59 anni, anche lei di Lamezia Terme. Sono accusati del reato di inquinamento ambientale con condotta permanente ed iniziata nel 2021 a Catanzaro e Vazzano. Stessa ipotesi di reato contestata ai due dirigenti regionali e ai due funzionari dell’Arpacal che oggi sono stati sospesi dal servizio.

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