Ingessato ma salvo dopo l’incidente: ‘Non criminalizzate le moto’

di Nico De Luca – E’ già stato dimesso dal ‘Pugliese-Ciaccio‘ di Catanzaro, dov’ era stato condotto con tutta l’ apprensione dovuta ad ogni vittima di incidente. Specie sulla famigerata SS 106, ancor di più in quanto motociclista.

Per fortuna il brutto scontro del centauro cinquantenne, avvenuto sabato 24 agosto al bivio di Uria, nel comune catanzarese di Sellia Marina, ha avuto conseguenze minime.

Per fortuna il brutto scontro del centauro cinquantenne, avvenuto sabato 24 agosto al bivio di Uria, nel comune catanzarese di Sellia Marina, ha avuto conseguenze minime.

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Come testimonia la foto che lo stesso Adriano (nome di fantasia) ha inviato alla nostra redazione, l’impatto della sua Yahama contro il fuoristrada è stato molto violento.

L’uomo ha riportato la lesione del polso e la frattura di alcune dita dell’altra mano.

La sua disavventura col minimo danno vuole essere da monito, da riflessione a quanti percorrono tutti i giorni questa strada, pericolosa per un tracciato vetusto;  ma spesso anche  per la guida imprudente di chi la percorre.

Sabato mi è andata bene – afferma Adriano che ora non potrà lavorare per parecchie settimane – e per questo voglio sottoporvi alcune riflessioni.

Non sottovalutate e non criminalizzate i motociclisti.  Alcuni sono spericolati, ma proprio come lo sono tanti guidatori di auto. Io guido mezzi pesanti, autovetture e moto ma rispetto sempre equipaggiamento, velocità e codice della strada.

Tanti  pensano che gli incidenti succedano solo agli altri e guidano con superficialità;  si muovono dallo stop sottovalutando chi arriva con diritto di precedenza;  non allacciano le cinture; non indossano il casco o usano caschi non omologati.

Io sono salvo perché indossavo un casco vero e non procedevo oltre i limiti.

Cerchiamo di essere prudenti. Ho tre figli, una famiglia ed un’attività: non voglio perderli. Nessuno deve mancare ai suoi cari ed al suo lavoro.

A volte però la nostra volontà non basta. Deve coincidere con quella di chi guida la vettura, la moto o il camion che incrociamo o che stiamo sorpassando.

Facciamolo con prudenza.

Io ho le braccia ingessate, e nessun graffio addosso. E ringrazio il Cielo.

Ma avrei voluto tornare a casa –  conclude il centauro vittima dello scontro con un fuoristrada sulla SS 106 – ed abbracciare i miei. Lo farò appena sarà possibile.”

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