Insegnante si dà fuoco a Rende, depresso per la morte del padre. Ustioni sul 70% del corpo

Trasferito al centro grandi ustionati di Napoli, le sue condizioni restano gravi. Intanto montano le proteste per il video e le foto diffuse sul web
fuoco rende

Restano gravi le condizioni del 33enne che ieri si è dato fuoco davanti alla caserma dei carabinieri di Rende. Già ieri mattina l’uomo, inizialmente portato all’ospedale di Cosenza, è stato trasferito nel centro grandi ustionati di Napoli. Ha riportato ustioni gravi su oltre il settanta per cento del corpo. L’uomo, la cui famiglia è originaria del Crotonese, non si sarebbe ripreso dalla morte del padre. La stessa è avvenuta un paio di anni fa, e per questo era anche stato in cura in alcuni centri sanitari pubblici.

Insegnante in Lombardia, era da poco rientrato per un periodo di riposo. Ieri avrebbe detto alla madre che usciva per alcune compere, ma in realtà ha comprato solo della benzina in  un distributore. Per poi recarsi davanti alla caserma dei carabinieri, parcheggiare l’auto della famiglia, una Fiat 600 gialla, e scendere con tanica e accendino. Salvato grazie alla presenza di spirito di un carabiniere e di due gommisti, che sono accorsi con degli estintori.

Insegnante in Lombardia, era da poco rientrato per un periodo di riposo. Ieri avrebbe detto alla madre che usciva per alcune compere, ma in realtà ha comprato solo della benzina in  un distributore. Per poi recarsi davanti alla caserma dei carabinieri, parcheggiare l’auto della famiglia, una Fiat 600 gialla, e scendere con tanica e accendino. Salvato grazie alla presenza di spirito di un carabiniere e di due gommisti, che sono accorsi con degli estintori.

Intanto fa clamore la diffusione di un video, che qualcuno ha realizzato e che mostra le fasi drammatiche della vicenda. Diffuse anche alcune foto dell’uomo nell’imminenza dei soccorsi. L’Asp di Cosenza ha promosso un’inchiesta interna per verificare se le foto siano state realizzate da sanitari.

La posizione dell’Ordine dei giornalisti

“Il dramma umano e personale del giovane docente che nella mattinata di lunedì 31 gennaio si è dato fuoco davanti alla caserma dei carabinieri di Rende ha spinto alcune testate giornalistiche (soprattutto on line ma non solo) a pubblicare foto e video riproducenti il 33enne avvinto e dilaniato dalle fiamme in preda ad una indicibile sofferenza. Immagini assai crude che certamente non aggiungevano e aggiungono alcun elemento alla essenzialità e alla completezza della notizia ma che possono invece apparire figlie di una ricerca del ‘sensazionale’ finalizzato, più che a fornire informazioni, a raccogliere click e contatti sul web”.

E’ quanto si legge in una nota dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria che “intende nell’occasione – è scritto ancora –  ricordare a tutti gli iscritti come il lavoro del giornalista debba raccordarsi quotidianamente, per obbligo deontologico, non solo alla verità dei fatti e alla seria verifica dei fatti stessi, ma anche alla tutela della dignità delle persone, ‘salvo che si ravvisi la rilevanza sociale dell’immagine’ (art. 8 dell’allegato 1 del Testo unico dei doveri del giornalista)”.

“Tenere conto del dramma umano”

A questo obbligo deontologico, continua l’Ordine, ” dovrebbe anche legarsi una sensibilità personale e professionale che tenga conto del dramma umano (da qualunque motivo originato nel caso del docente di Rende) sotteso alla volontà di togliersi la vita e del pedissequo dramma familiare che inevitabilmente un fatto così devastante determina”. L’Ordine dei Giornalisti della Calabria richiama pertanto tutti i propri iscritti “al rispetto di questi valori; valori – si sottolinea – che connotano il lavoro dei giornalisti in quanto professionisti dell’informazione che svolgono una importante e nobile funzione e che devono pertanto essere capaci di distinguersi e di elevarsi rispetto alla jungla di notizie e di immagini spesso impunemente circolanti sul web”.

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