karpanthos

La lunga scia di sangue nella Presila Catanzarese tra cosche rivali e le nuove rivelazioni del pentito Colosimo

"Battezzato" da oltre venti anni, Colosimo, che ha ricevuto la dote di sgarro fa nomi e cognomi di killer e mandanti

Riunioni di ‘ndrangheta per decidere gli omicidi da compiere nella faida tra cosche rivali, una lunga scia di sangue nella Presila Catanzarese riferiti dal collaboratore di giustizia  Domenico Colosimo, 47 anni, soprannominato ‘ndrina, affiliato alla cosca Carpino-Trataculo storicamente in contrasto con la cosca Bubbo di Petronà al pm della Dda di Catanzaro Veronica Calcagno nel verbale di interrogatorio del 22 ottobre dell’anno scorso e confluito all’interno di una nota dei carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro negli atti dell’inchiesta Karpanthos. Battezzato da oltre venti anni, Colosimo, che ha ricevuto la dote di sgarro fa nomi e cognomi di killer e mandanti, raccontando agli inquirenti dell’agguato mortale nei confronti di Eugenio Gentile, facente parte del gruppo Bubbo.

L’omicidio Gentile

Il pentito accompagna Mario Gigliotti e Giuseppe Rocca con la sua macchina, in Sila, località Corvi, per poi andarsene mentre Angelo Sculco e Angelo Talarico arrivano con una Uno bianca rubata, armati di fucili. Un fatto di sangue riferito al pentito da Mario Gigliotti, il giorno dopo: “so che loro si sono nascosti, Eugenio Gentile con il suo camion, che trasportava acqua, si accorge della loro presenza, aprono il portellone lato passeggero e lui scappa e il portellone lato guida, cercano di prenderlo e nella confusione parte un colpo e lo ammazzano”. L’intento era di farlo parlare e poi di ammazzarlo, “perché quando tocchi il nemico poi non puoi lasciarlo vivo”.  In quel frangente Angelo Talarico che stava dietro a Giuseppe Rocca mentre cercava di prendere Eugenio Gentile, “spara colpendo Rocca ad un braccio involontariamente, anche se Giuseppe Rocca diceva che Angelo Talarico gli aveva sparato apposta e tra loro è nato un attrito”. Colosimo non sa dire chi abbia sparato a Eugenio Gentile, “io non l’ho mai chiesto e loro non me l’hanno detto”. 

L’agguato mortale a Barberio

L’omicidio di Luigi Barberio è stato deciso da Angelo Talarico del gruppo Cerva, perché non andavano d’accordo “c’era una faida tra loro due”, per ragioni di territorio. Nel corso di una riunione ad Andali, dove hanno preso parte anche Mario Gigliotti, il pentito e Antonio Iervasi: “si è deciso che ci dovevamo andare io e Giovanni Greco, che abitava a Firenze ma era originario di Marcedusa, era sempre vicino a noi, alla cosca Carpino”. I presunti killer scendono dall’auto, aspettando lo squillo di Angelo Talarico, che avverte dell’arrivo di Luigi Barberio, la telefonata arriva, Barberio era in macchina, Greco spara con un fucile Giovanni e la vittima colpita sbatte contro il muro. “Le armi utilizzate per l’omicidio ce le ha date Angelo Talarico. Dopo aver commesso l’omicidio abbiamo raggiunto Antonio Iervasi che ci stava aspettando un cento metri più sotto e ci ha accompagnato nel luogo  dove avevamo le macchine”. 

L’omicidio di Silvano Talarico

L’omicidio di Silvano Talarico è stato deliberato da Mario Gigliotti, una decisione condivisa con il referente della montagna Mario Donato Ferrazzo, confessandogli il movente: Talarico avrebbe dato fastidio alla moglie di Mario Gigliotti, “io non ci ho mai creduto, perché questo sarebbe stato un pazzo a dare fastidio alla moglie di Gigliotti, perché sapeva chi era Gigliotti”.  Quest’ultimo confida l’intenzione di uccidere Talarico ai Bubbo, “poiché ormai c’era la pace e quindi la cosca che decideva di fare una cosa lo diceva all’altra”. L’omicidio è stato commesso, per ammissione di Colosimo, da Giovanni Greco e Antonio Iervasi, quando Talarico usciva dal Comune di Petronà, dove lavorava, per tornare a casa a  Belcastro, “gli hanno sparato a circa due chilometri di distanza”. 

Killer e movente duplice omicidio di Firenze

Il collaboratore di giustizia riferisce anche killer e movente dell’omicidio a Firenze dei fratelli Angelo ed Ettore Talarico, deciso nel corso di una riunione in cui ha partecipato lo stesso pentito con Giovanni Greco e Mario Gigliotti: “Si parlava che non si andava più d’accordo con questi, volevano fare di testa loro . Venuto a mancare Angelo Sculco si era deciso che su Andali  e Cerva se c’era qualche soldo doveva dividersi tra tutti, ma i Talarico se li volevano tenere loro”. Angelo e Ettore Talarico sono stati attirati nel luogo del delitto con una scusa. “Siamo partiti tutti da San Giovanni D’Arno su una macchina da lavoro. Io e Giovanni Greco avevamo due pistole addosso, come sono scesi dalla macchina io ho sparato a Ettore e Giovanni Greco ad Angelo Talarico. Poi li abbiamo nascosti in una buca. Dopo due tre giorni hanno trovato i corpi e a me e a Gigliotti ci hanno interrogato in caserma, poi ci siamo nascosti a Isola in una cosa, ci aveva dato appoggio la famiglia Arena”.  

© Riproduzione riservata

TI POTREBBE INTERESSARE
Il professore ha ottenuto 64 preferenze su 72 voti validi. Resterà alla guida del DISPeS fino al 31 ottobre 2025
storie
Il cognome sembra francese ma egli era italianissimo, meglio: calabresissimo. E' infatti nato a Mongiana
Nell'ordinanza vergata dal gip distrettuale i ruoli del capo, dei partecipi e degli uomini di fiducia all'interno dell'associazione
L'invito per esercitare il diritto di voto reagendo alla tentazione della rassegnazione e dell'astensionismo"
Sul posto anche i Carabinieri forestali e volontari della zona. Non si avevano notizie dalla sera dello scorso 15 maggio
Alla conferenza stampa ha partecipato il sottosegretario al Lavoro e politiche sociali ed esponente leghista Claudio Durigon 
La Questura, oltre ai consueti servizi di ordine e sicurezza pubblica, ha predisposto specifiche attività di prevenzione
Il sindacato di Polizia auspica anche risarcimenti economici per i danni causati agli agenti e ai mezzi dello Stato
La cerimonia di consegna dell'importante benemerenza, da parte del Sindaco Franz Caruso, venerdì 24 maggio a Palazzo dei Bruzi
Si è anche proceduto agli ulteriori adempimenti previsti dall’iter, a cominciare dal collaudo delle strutture
RUBRICHE

Testata giornalistica registrata al Tribunale di Catanzaro n.1 del Registro Stampa del 7/02/2019.

Direttore Responsabile Mimmo Famularo
Caporedattore Gabriella Passariello

Calabria7 S.r.l. | P.Iva 03674010792

2024 © All rights reserved