Le conseguenze, dovute soprattutto alla carenza di medici, ricadono tutte sui pazienti. A testimoniarlo sono anche i tempi eccessivi, a volte abnormi, delle liste d’attesa per visite ed esami specialistici. In tante altre parti d’Italia si direbbe che è uno scandalo dover attendere un anno, a volte anche due, perché arrivi il proprio turno. A Vibo invece non è una notizia perché non si contano le proteste e le denunce che da queste pagine (LEGGI QUI) gli utenti hanno indirizzato all’azienda sanitaria di via Dante Alighieri. si dà oggi conto di altri due casi eloquenti.
Un anno e mezzo per essere visitati da un gastroenterologo
Un anno e mezzo per essere visitati da un gastroenterologo
Ecco il racconto di Rosario F. 60 anni, di Vibo Marina, pensionato con gravi problemi di salute (collocato in congedo perché riconosciuto inabile al lavoro). “Il medico – spiega l’uomo – mi ha prescritto una visita gastroenterologica e così ho telefonato al Cup per la prenotazione. Mi hanno detto che la prima data utile era a dicembre 2023. Insomma, dovrei aspettare un anno e mezzo per una vista per me così importante. E’ una cosa scandalosa”. All’interessato non resta pertanto che sperare che le sue condizioni non si aggravino in maniera significativa, affermando che molto probabilmente sarà costretto a mettere mano al portafoglio e rivolgersi ad un professionista privato.
Per una visita endocrinologica serve attendere fino al 2024
Il secondo caso riguarda una signora 50enne alla quale è stata ordinata una vista endocrinologica. “Ho telefonato al Cup a Dicembre 2021 – sostiene la donna – e non credevo alle mie orecchie quando mi hanno detto che dovevo attendere fino al 2024. Non posso certo aspettare due anni, sono cose che accadono solo qui da noi. A quanto ho saputo, l’Azienda sanitaria provinciale ha solo una specialista ambulatoriale che alcuni giorni alla settimana deve recarsi anche a Serra San Bruno. Il problema dunque è la carenza di medici ma non possiamo certo risolverla noi, c’è gente pagata per questo. Perché dobbiamo essere noi utenti a pagarne le conseguenze?”.
Per curarsi bisogna pagare
Domande legittime, che sono poi quelle che in questi anni si sono rivolti tanti e tanti vibonesi e che aspettano ancora una risposta. Per quanto se ne sa, i due casi citati sono solo la punta dell’iceberg. Tanti altri infatti non denunciano, evidentemente sfiduciati, e si rivolgono, giocoforza alle strutture private, spesso sborsando fior di quattrini. Cosa, questa, che dovrebbe far fischiare le orecchie della dirigenza aziendale che a suo tempo, come tutte le altre precedenti, ha ribadito di voler porre in cima alle sue priorità l’abbattimento dei tempi d’attesa. Finora, a memoria, non c’è stato alcun direttore generale o commissario straordinario che si sia potuto vantare di aver raggiunto l’obiettivo. Purtroppo, anche l’attuale gestione sembra avviata sulla medesima strada. A Giuliano, Galletta e Tripodi il compito di dimostrare il contrario. (F. P.)