La Corte di Cassazione, in accoglimento del ricorso presentato dagli avvocati Paride Scinica e Francesco Calabrese, ha annullato con rinvio l’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Luigi Mancuso, ritenuto il boss dell’omonimo clan di Limbadi, nell’ambito dell’inchiesta “Maestrale-Cartagho”. Disposto un nuovo giudizio dinnanzi al Tribunale del Riesame di Catanzaro.
Secondo l’accusa, Mancuso sarebbe il vertice del “Crimine” nella provincia di Vibo Valentia e nei suoi confronti la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro contesta, in particolare, due estorsioni aggravate dalle modalità mafiose. Tra queste anche un episodio estorsivo ai danni di una ditta impegnata nella costruzione di un ospedale pediatrico a Drapia, nel Vibonese. Già imputato nel maxi processo “Rinascita Scott”, la sua posizione è stata stralciata e confluita poi in Petrolmafie dove è stato condannato in primo grado a 30 anni di reclusione.