“Nei primi giorni successivi alla vaccinazione con Vaxzevria” – il vaccino anti-Covid sviluppato dall’università di Oxford e commercializzato da AstraZeneca, “sono stati segnalati casi molto rari di sindrome da perdita capillare” o Cls (Capillary Leak Syndrome). “In alcuni casi era presente una storia clinica di Cls. È stato riportato un caso con esito fatale“. E’ quanto si legge nella nota dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). I primi di giugno l’Ema aveva già indicato di non utilizzare il siero AstraZeneca per chi avesse sofferto precedentemente di questa sindrome. “Vaxzevria è attualmente controindicato nei soggetti che in precedenza hanno presentato episodi di Cls” sottolinea Aifa nella nota, aggiornando gli operatori sanitari sul vaccino anglo-svedese e, in particolare, “sui punti emersi dalla valutazione del rischio di insorgenza” della sindrome “dopo vaccinazione con il prodotto”.
La sindrome da perdita capillare
La sindrome da perdita capillare
La Cls è caratterizzata dalla fuoriuscita di plasma sanguigno attraverso le pareti dei capillari, dal sistema circolatorio sanguigno ai tessuti circostanti, compartimenti muscolari, organi. “L.a sindrome da perdita capillare – spiega l’ente regolatorio nazionale – è caratterizzata da episodi acuti di edema che colpiscono principalmente gli arti, ipotensione, emoconcentrazione e ipoalbuminemia“. L’Aifa evidenzia che “il riassunto delle caratteristiche del prodotto di Vaxzevria è in corso di aggiornamento per l’aggiunta di queste informazioni. I pazienti con un episodio acuto di Cls in seguito alla vaccinazione necessitano di rapida diagnosi e trattamento. Di solito è necessaria una terapia intensiva di supporto“.