“Chiedo che vengano rigettati tutti i ricorsi”. Così il procuratore generale della Corte di Cassazione durante l’udienza del processo per l’omicidio del boss Vincenzo Femia avvenuto a Roma il 24 gennaio del 2013 e per il quale Massimiliano Sestito – attualmente ricercato poiché lo scorso 30 gennaio è evaso dalla sua abitazione di Pero, nel Milanese – è stato condannato all’ergastolo in secondo grado (LEGGI QUI).
I suoi avvocati – Salvatore Staiano e Antonio Foti – avevano presentato, presso la Suprema Corte, ricorso avverso la sentenza di condanna emessa in appello e per la serata oggi, nell’aula Brancaccio, è previsto il verdetto del terzo grado di giudizio. Sestito, nato a Rho da una famiglia originaria di Chiaravalle Centrale – comune in provincia di Catanzaro -, si trovava agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, misura concessa il 12 gennaio scorso dalla Corte d’Assise d’Appello di Roma in accoglimento di un’istanza di attenuazione della misura cautelare avanzata dagli avvocati.
I suoi avvocati – Salvatore Staiano e Antonio Foti – avevano presentato, presso la Suprema Corte, ricorso avverso la sentenza di condanna emessa in appello e per la serata oggi, nell’aula Brancaccio, è previsto il verdetto del terzo grado di giudizio. Sestito, nato a Rho da una famiglia originaria di Chiaravalle Centrale – comune in provincia di Catanzaro -, si trovava agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, misura concessa il 12 gennaio scorso dalla Corte d’Assise d’Appello di Roma in accoglimento di un’istanza di attenuazione della misura cautelare avanzata dagli avvocati.