Quella mentalità “malandrina” che resiste nella Vibo dei blitz, il monito di Falvo: “La società deve cambiare”

Il procuratore punta sulla prevenzione e la sensibilizzazione delle giovani generazioni per cambiare la "controcultura" della 'ndrangheta

Passare dalla repressione alla prevenzione per cambiare la mentalità “malandrina” ancora radicata in determinati ambiti del territorio per riaffermare definitivamente la cultura della legalità. Il procuratore di Vibo Camillo Falvo lo sostiene da anni e lo ribadisce in qualsiasi incontro al quale partecipa. Lo ha fatto anche davanti agli studenti dell’Istituto di Criminologia di Vibo nell’ambito della tappa del tour itinerante della Staffetta della Legalità promossa da Sergio Gaglianese. A Palazzo Gagliardi, per l’occasione, oltre al rettore Saverio Fortunato e la procuratore Falvo, c’erano anche il prefetto Paolo Giovanni Grieco, il questore Rodolfo Ruperti, il comandante provinciale dei carabinieri Luca Toti e lo scrittore Luciano Prestia, autore del libro “Il contabile della ‘ndrina” edito da Libritalia, presentato unitamente al volume di Sergio Gaglianese “La Tazzina della legalità” (Giovanelli Editore).

“Territorio intriso della cultura dell’illegalità”

Ad aprire gli interventi è stato proprio Camillo Falvo che è andato diritto al punto: “Purtroppo viviamo in un territorio molto difficile perché intriso della cultura dell’illegalità nella sua eccezione peggiore. Non è la semplice violazione delle regole ma l’esistenza di una controcultura rispetto alla cultura della legalità vera e propria che dovrebbe governare qualsiasi territorio. E’ frutto di tanta negligenza e trascuratezza che negli anni purtroppo ha visto lo Stato non dico assente, ma che ha sofferto molto nel cercare di affermare la legalità”. Al vice presidente del Csm il procuratore di Vibo ha elencato 22 maxi procedimenti trattati nell’ultimo decennio. Non solo Rinascita Scott ma anche Imponimento, Maestrale-Cartagho, Olimpo, Imperium e, andando più indietro nel tempo, Conquista, Stammer, Costa Pulita. L’impegno delle forze dell’Ordine e della magistratura oggi non è in discussione: c’è stato, c’è e ci sarà. “Nonostante questo investimento verso la legalità – denuncia Falvo – le cose stentano a cambiare perché stenta a cambiare la mentalità. Dobbiamo sensibilizzare soprattutto le giovani generazioni perché sono quelle che possono modificare questo stato delle cose. Dobbiamo investire di più per raggiungere quella fascia di popolazione e quelle famiglie che difficilmente riescono ad emanciparsi da questo sistema e da questa mentalità. Molto è stato fatto, tanto resta da fare e verrà fatto, ma è la società che deve cambiare e noi dobbiamo investire molto di più in questo incontri e su questi temi”. (mi.fa.)

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