Regionali in Calabria, la mossa di Letta: il candidato presidente del Pd è Enzo Ciconte

Il segretario del Pd spariglia le carte e punta sul docente tra i massimi esperti del fenomeno 'ndranghetista con un passato da parlamentare

di Bruno Mirante –  Alla fine il nome di “superamento” auspicato da diverse forze politiche nel tentativo di tenere insieme le varie anime del centrosinistra in vista delle regionali, è arrivato. La “soluzione finale” intrapresa dal segretario nazionale Enrico Letta dopo la rinuncia di Nicola Irto, risponde al nome di Enzo Ciconte. La decisione è arrivata nella tarda serata di ieri. L’anticipazione giornalistica è apparsa sul Corriere della Sera a firma di Carlo Macrì, ma questa mattina sono diversi i dirigenti calabresi del Pd a confermare che sarà uno dei massimi esperti italiani del fenomeno ‘ndranghetista il nome che il responsabile nazionale Enti Locali Francesco Boccia ufficializzerà venerdì in Calabria nel corso di una conferenza stampa. Ciconte, è questa la strategia di Letta, è l’uomo giusto per unire tutte le anime della sinistra, dai Cinque Stelle a Leu.

Il profilo

Il profilo

Docente di Storia delle mafie italiane al Collegio Santa Caterina dell’Università di Pavia, dopo essere stato a lungo professore a contratto all’Università Roma 3. Originario di Soriano Calabro, nella Pre Sila catanzarese, papà imprenditore, moglie veneta, due figli Fabio, avvocato e Nicola, direttore generale dell’associazione Terra che si occupa del fenomeno del caporalato e componente dell’osservatorio sulla criminalità organizzata nella filiera dell’agroalimentare, un fratello Nuccio, deceduto, ex caporedattore del Fatto Quotidiano. Ciconte ha anche un passato da parlamentare nelle fila del Pci e poi nel Pds. Ha ricoperto anche il ruolo di consulente della Commissione Antimafia. È stato il primo a scrivere un libro sulla storia della ‘ndrangheta, edito da Laterza. Ha un legame viscerale con la sua terra dove ritorna spesso, soprattutto nel periodo estivo.

Centrodestra, ancora un nulla di fatto al vertice nazionale

Se Atene piange, Sparta non ride. Mentre il centrosinistra attende di conoscere quale sarà la reazione dei partiti della (potenziale) coalizione alla mossa di Enrico Letta, nel centrodestra si è consumata un’altra fumata nera nel corso del vertice tra i leader nazionali dei partiti. Nemmeno il centrodestra, infatti, riesce a uscire dall’impasse sulle candidature alle prossime Amministrative nelle grandi città e alle Regionali in Calabria. Il vertice di ieri, presenti Crippa e Giorgetti, gli azzurri Tajani e Ronzulli, per FdI Meloni e La Russa, Lupi e Colucci di Noi con l’Italia, Toti di Coraggio Italia, per l’Udc Cesa, De Poli, infine Sgarbi, non ha prodotto  alcuna decisione ufficiale ma soltanto un aggiornamento alla prossima settimana, nella giornata di martedì, per un nuovo tavolo.

Il “lodo Cesa”: Bologna  e Calabria a Forza Italia

Secondo quanto riporta l’AdnKronos il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa, nel corso del vertice si sarebbe espresso in questi termini: “Allora, io propongo che il candidato di Milano lo scelga la Lega, quello di Roma Fdi, mentre Forza Italia indica i nomi per Bologna e le regionali in Calabria…”. Dopo aver ascoltato gli interventi di tutti, il segretario dell’Udc collegato da remoto, avrebbe proposto quello che alcuni hanno ribattezzato il ‘lodo Cesa’ per uscire dallo stallo attuale sulle comunali e sciogliere i nodi di Milano e Roma. Sia Giorgetti che Ignazio La Russa di Fdi, raccontano all’AdnKronos, avrebbero apprezzato Cesa, commentando con una battuta la sua proposta: ecco la saggezza da vecchio democristiano… I leader del centrodestra si rivedranno la prossima settimana, probabilmente martedì, per provare a chiudere un accordo sulla griglia dei nomi.

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