Nessun colpo di scena. Nel processo, che si sta celebrando con rito ordinario dinnanzi al Tribunale collegiale di Vibo sul riciclaggio internazionale del clan Bonavota di Sant’Onofrio scaturito dall’operazione della Dda di Catanzaro denominata Rinascita3-Assocompari, gli enti territoriali hanno incassato una vittoria venendo ammessi quali parti civili com’era già accaduto in udienza preliminare.
Respinte le eccezioni delle difese degli imputati che all’udienza del 17 aprile scorso avevano chiesto l’esclusione invocando i principi formali di cui alla sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione dello scorso 21 settembre 2023 e utilizzando quale precedente la recente ordinanza del Collegio del Tribunale di Vibo (presidente il giudice Tiziana Macrì) che apparentemente sulla base di tali principi ha escluso dal processo Maestrale-Carthago, Olimpo e Imperium la gran parte degli enti locali già ammessi quali parti civili dal Gup. Si tratta di “un’ ordinanza abnorme”, ha detto nella discussione del 17 aprile l’ avvocato Massimiliano De Benetti del foro di Padova con studio a Roma, che contro la stessa ha promosso ricorso per Cassazione per conto del Comune di Pizzo, e che in Rinascita Scott 3 difende anche i Sultani omaniti per i quali anche il collegio ha rigettato la richiesta di esclusione sulla base della eccepita tardività della querela e di una serie di altre eccezioni. Ora il confronto sarà in aula, dice l’ avvocato De Benetti che ha chiesto per conto dei sultani un risarcimento milionario. L’ istruttoria avrà inizio il prossimo 15 maggio.