rinascita scott

Saverio Razionale e la “vita da re” a Roma. I giudici: “E’ il ‘nuovo volto’ della ‘ndrangheta vibonese”

Da presunto assassino a imprenditore, il profilo di uno dei più potenti boss vibonesi: "Ci dobbiamo mettere giacca e cravatta e senza lavorare..."

Non solo Luigi Mancuso o Peppone Accorinti. Al fianco del capo del capi e del boss di Zungri, allo stesso livello, dentro quella che Andrea Mantella definisce la “caddara”, ovvero la cupola della ‘ndrangheta vibonese, c’è lui, Saverio Razionale, il capo di una delle ‘ndrine più potenti in assoluto, quella di San Gregorio d’Ippona. All’esito dell’istruttoria dibattimentale del maxi processo “Rinascita Scott” la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro aveva invocato 30 anni di reclusione e il Tribunale di Vibo ha confermato la richiesta della pubblica accusa.

Un capitolo delle tremila pagine di motivazione della sentenza di primo grado del filone ordinario emessa lo scorso 20 novembre è dedicato a quello che il collegio giudicante non esita a indicare come il vertice dei sangregoresi secondo quanto emerso “univocamente” dalle risultanze istruttorie. “Saverio Razionale – scrivono i giudici – riveste un ruolo di assoluto rilievo fornendo personalmente un contributo fondamentale, nel campo, di vitale importanza per la consorteria, degli investimenti economici”. Quanto basta a giustificare il massimo della pena possibile emessa nei confronti di colui che lo stesso collegio descrive come il “nuovo volto” della ‘ndrangheta richiamando le parole da lui stesso pronunciate in una conversazione con un sodale intercettata dal Ros dei carabinieri: “Ma tu lo capisci che ci dobbiamo mettere giacca e cravatta e senza lavorare. (…) Noi dobbiamo essere persone di gente finanziaria, cose… banche…”.

Un capitolo delle tremila pagine di motivazione della sentenza di primo grado del filone ordinario emessa lo scorso 20 novembre è dedicato a quello che il collegio giudicante non esita a indicare come il vertice dei sangregoresi secondo quanto emerso “univocamente” dalle risultanze istruttorie. “Saverio Razionale – scrivono i giudici – riveste un ruolo di assoluto rilievo fornendo personalmente un contributo fondamentale, nel campo, di vitale importanza per la consorteria, degli investimenti economici”. Quanto basta a giustificare il massimo della pena possibile emessa nei confronti di colui che lo stesso collegio descrive come il “nuovo volto” della ‘ndrangheta richiamando le parole da lui stesso pronunciate in una conversazione con un sodale intercettata dal Ros dei carabinieri: “Ma tu lo capisci che ci dobbiamo mettere giacca e cravatta e senza lavorare. (…) Noi dobbiamo essere persone di gente finanziaria, cose… banche…”.

Da San Gregorio d’Ippona a Roma, storia del boss-imprenditore

Saverio Razionale è risultato elemento di vertice della consorteria e, in particolare, dell’articolazione territoriale di San Gregorio d’Ippona, rappresentata dalla cosca Fiarè-Razionale-Gasparro. Già condannato per il delitto di partecipazione ad associazione mafiosa con sentenza irrevocabile all’esito del procedimento denominato “Rima”, in “Rinascita Scott” l’accusa di associazione mafiosa copre un arco temporale che parte dall’agosto del 2005 e arriva all’attualità. A suo carico viene raccolto materiale probatorio corposissimo costituito dalle dichiarazioni giudicate “pienamente convergenti” dei collaboratori di giustizia, intercettazioni e una miriade di ulteriori accertamenti svolti da parte della Polizia giudiziaria. Dopo un tentato omicidio si era trasferito a Roma, sede dei suoi affari e comune presso il quale era sottoposto per un periodo all’obbligo di dimora. Ciononostante, come emerso nel corso delle indagini, non recideva i legami con il territorio di provenienza, né con gli esponenti delle altre articolazioni di ‘ndrangheta e proseguiva l’attività criminosa mantenendo la propria posizione apicale nell’ambito del sodalizio, rimanendo costantemente punto di riferimento di vertice anche per la risoluzione di questioni e contrasti. “A curare gli interessi economici-imprenditoriali della consorteria, principale riferimento sul territorio calabrese della cosca era, invece, Gregorio Gasparro, detto “Ruzzu” o “u’ Gattu” (condannato in primo grado in abbreviato), il nipote e anche il braccio destro”, secondo le risultanze investigative.

I pentiti: “Un fuoriclasse del crimine”

Sulla figura di Razionale si sono soffermati, in particolare, tre collaboratori di giustizia. Andrea Mantella lo colloca all’apice del sodalizio inserendolo tra i “dominatori” della cosiddetta “caddara”, espressione che il collaboratore apprendeva proprio dal Razionale. Per meglio descriverlo lo paragona a una sorta di “Leonardo Da Vinci della criminalità organizzata”, ovvero una persona abile e lungimirante, “intelligentissimo” e “raffinatissimo”. Un “fuoriclasse” del crimine. Mente imprenditoriale ma anche un assassino per Mantella che gli attribuisce diversi fatti di sangue gravissimi come il duplice omicidio di Roberto Soriano e Antonio Lo Giudice per il quale è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’assise di Catanzaro in un altro troncone di “Rinascita Scott” riservato ai delitti di ‘ndrangheta compiuti nel Vibonese. Dice che a Roma dove si era trasferito faceva “tutta un’altra attività”. Una “vita da re”.

A livello di Luigi Mancuso e Rocco Anello

Anche Raffale Moscato ha inquadrato Razionale al vertice del gruppo criminale di San Gregorio d’Ippona, definendolo come persona molto “scaltra” e carismatica con relazioni ad alti livelli negli ambienti criminali e, in generale, in tutta Italia. Un boss-imprenditore con diverse attività nella Capitale e, tra questi, un bar e un nightclub secondo quanto riferito dal collaboratore di giustizia. Secondo un altro pentito vibonese, Bartolomeo Arena “gli unici esponenti che si possono collocare al livello di Razionale sia per potenza militare che per caratura criminale sono Rocco Anello, Giuseppe Antonio Accorinti e Luigi Mancuso”. Per il Tribunale di Vibo le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia sono convergenti, riscontrate e anche “attualizzate” dagli esiti degli accertamenti svolti dalla Polizia Giudiziaria in tempi più recenti e, in particolare, dopo la scarcerazione di Razionale nel 2016. Oggi si trova recluso al carcere duro in regime di 41bis con una condanna all’ergastolo e un’altra a 30 anni emesse entrambe in primo grado in due tronconi di Rinascita Scott.

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