Scommesse online per riciclare denaro sporco, indagini chiuse per 71: 8 sono calabresi (NOMI)

La Dda di Salerno ha notificato l'avviso di chiusura delle indagini preliminari. Al vertice dell'associazione anche due calabresi

di Gabriella Passariello- Denaro sporco riciclato attraverso un complesso sistema di scommesse, soprattutto quelle sportive e del gioco d’azzardo. I magistrati Giancarlo Russo e Francesca Fittipaldi, sotto la supervisione del procuratore capo di Salerno Giuseppe Borrelli hanno chiuso le indagini nei confronti di 71 persone, coinvolte nell’inchiesta, che ha portato lo scorso gennaio i carabinieri a notificare 33 misure cautelari, in esecuzione dell’ordinanza, vergata dal gip Gerardina Romaniello (LEGGI)Tra gli indagati i calabresi Giuseppe Carnovale, detto Pepo o Leonardo De Rossi, 51 anni, di Santa Caterina dello Ionio, Giannalberto Campagna, 39 anni, originario di Praia a Mare, ma residente nel Comasco, il collaboratore di giustizia Nicola Femia, detto Rocco, 61 anni, di Marina di Gioiosa Ionica, la figlia Guendalina Femia, 38 anni, nata a Locri ma residente nel Ravvenate, Rocco Maria Nicola Femia, 31 anni, nato a Locri e anche lui residente nel Ravennate, Pietro Garonfalo, detto Peter, 44 anni, originario di Reggio Calabria, ma residente a Torino. E ancora Luigi Giuseppe Cirillo, figlio del defunto boss calabrese di Sibari, 49enne, domiciliato in provincia di Salerno.Per gli investigatori sarebbe  stato lui il capo e il promotore della presunta organizzazione e avrebbe costituito una vera e propria holding dedita al gaming online illecito sul territorio nazionale ed estero, avvalendosi anche dei legami con i vertici dei Casalesi.Nei confronti degli indagati, i pubblici ministeri ipotizzano a vario titolo i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti in materia di giochi e scommesse illegali, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, reimpiego di denaro provento di delitto in attività economiche, auto-riciclaggio, con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di agevolare diverse organizzazioni criminali contigue alla camorra e altre mafie. Per Giuseppe Carnovale, difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Vincenzo Cicino,  nei confronti del quale la Procura di Salerno contesta di essere uno dei vertici dell’associazione finalizzata alla diffusione del gioco on line illecito, attivo e diffuso nell’intero territorio italiano e con operatività transnazionale, il Riesame ha fatto cadere tutti i reati fine e l’aggravante mafiosa (LEGGI QUI). In particolare secondo le ipotesi di accusa, Carnovale avrebbe ricoperto all’interno del sodalizio a partire dal luglio 2016 la funzione di gestire “il commerciale dei livelli national non il controllo diretto sui chip dumping e sulle percentuali da distribuire ai vari livelli gestionali della piattaforma dollaropoker-dbgoker, nonché l’integrazione e lo spostamento di alcuni siti all’interno della piattaforma di gioco”. Sempre secondo le ipotesi accusatorie,  il sodalizio in due anni avrebbero incassato 5 miliardi di euro. Un fiume di denaro che avrebbe favorito in particolare il clan dei Casalesi.

Le mani dei clan sulle scommesse sportive

Le mani dei clan sulle scommesse sportive

Alcuni indagati, secondo gli inquirenti, sarebbero riconducibili a cosche di  camorre e altre mafie operanti sul territorio italiano e il gruppo aveva messo in piedi un complesso sistema internazionale che permetteva loro di riciclare il denaro sporco della camorra attraverso scommesse illegali e gioco d’azzardo che gestivano loro stessi, permettendo così ai clan di ottenere denaro “pulito”.

I nomi dei 71 indagati

Il gip Gerardina Romaniello, su richiesta del pm Silvio Marco Guarriello e Giancarlo Russo, ha iscritto sul registro degli indagati 71 persone. Si tratta di Alfonso Aliberti di Siano (Salerno), Francesco Aliberti, detto “zio Franco” di Siano (Salerno); Michele Ambrosio di San Giuseppe Vesuviano; Gerardo Angiletta, detto “Dino” residente a Timisoara (Romania); Fabrizio Baldassari di Genzano (Roma); Riccardo Baldassari di Genzano (Roma); Giannalberto Campagna di Conselice (Ravenna); Lorenzo Carbone di Potenza; Emanuele Caridi di Fiumicino; Giuseppe Carnovale, detto “Pepo” o “Leonardo De Rossi” di Santa Caterina sullo Jonio; Francesco Carpentieri di Baronissi; Giuseppe Caulo, di Pietragalla (Potenza); Gianfranco Cavallaro di Genova; Fabrizio Ciampini di Ardea (Roma); Luigi Giuseppe Cirillo di Mercato San Severino; Alessio Coletti di Ostia; Fabio D’Agostino di Avezzano; Gino Vincenzo D’Anna di Ribera (Agrigento); Pietro Del Vecchio, detto “Pedro” di San Benedetto del Tronto; Vincenzo Del Vecchio di San Benedetto del Tronto; Luigi De Benedetto di Siano (Salerno); Fabio Di Giovanni di Giugliano in Campania (Napoli); Gianmarco Di Giovanni di Giugliano in Campania (Napoli); Domenico Esposito, detto “Mimmo” di Napoli; Guendalina Femia di Locri; Nicola Femia, detto “Rocco” di Marina di Gioiosa Jonica; Rocco Maria Nicola Femia di Locri; Yuri Fergemberger di Rapallo; Salvatore Ferrara, detto “Sasà” di Formia (Latina); Mauro Fontanino di Cervinara (Avellino); Pietro Garonfolo, detto “Peter” di Torino; Christian Genovese di Baronissi; Walter Genovese di Baronissi; Sabato Jacopo Genovese di Mercato San Severino; Daniele Giaquinto di Mercato San Severino; Giovanni Giarletta di Montoro; Emiliano Giorgi di Ostia Lido; Marino Grimaldi di Bracigliano; Antonino Irrera di Messina; Antonino La Commara di Napoli; Enrico La Commara di Napoli; Borut Lozej residente in Slovenia; Luigi Manda, detto Gino di Napoli; Giovanni Marinelli di Potenza; Giustina Marino detta “Tina” di Casavatore (Napoli); Alessio Miranda di Roma; Domenico Mostacciuolo di Nocera Inferiore; Gheorghe Murarescu di Siano; Altin Nervaj di Avezzano; Maurizio Pellegrini di Mugnano di Napoli; Gino Pennetta di Galatina; Ioana Petrescu residente in Romania; Vittorio Persico di Marano (Napoli); Enrico Pizzuti di Paliano (Frosinone); Salvatore Pota di Aversa (Caserta); Angelo Prudentino di Ostuni; Angelo Repoli di Sant’Agata di Militello; Francesco Rossi, detto Chicco, di Mercato San Severino; Gaetano Rossi di Mercato San Severino; Domenico Scardino, detto Mimmo, di Volla (Napoli); Valentino Siesto di Potenza (domiciliato a Panama); Antonio Tancredi di Potenza; Luigi Tancredi detto “Gino”, di Roma; Dante Taranto di Arzano; Valerio Tito di Vico Equense; Marco Triumbari di Potenza; Donatella Valente di Roma; Maria Venosa detta Mary di Aversa, Raffaele Venosa di San Cipriano d’Aversa; Giuseppe Verrone, inteso “Peppe a lutamm” di Aversa.

Il collegio difensivo

Gli indagati assistiti dai legali, (nel cui collegio compiono oltre ai nomi degli avvocati Salvatore Staiano e Vincenzo Cicino, anche Paola Ianni, Giusida Sanseverino, Teodoro Reppucci, Chiara Belletti, Donatello Cimadomo,  Luca Goffredo, Maro Ripamonti, Carmine Guadagno, Felice Lentini, Aldo Mingelli, Calogero Vella, Giovanni Di Caro, Roberto Saccomanno, Matteo Massimi), avranno venti giorni di tempo per chiedere di essere sentiti o interrogati dai pm, depositare memorie difensive e compiere ogni atto utile per l’esercizio del diritto di difesa prima che i magistrati procedano oltre con una richiesta di rinvio a giudizio.

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