Il degrado in cui versa la rete viaria calabrese non sembra destare particolari problemi. Da Catanzaro (LEGGI QUI) a Tarsia il passo è brevissimo: anche qui il manto d’asfalto è sostituito da fossi e buche di varie e notevoli dimensioni. Quasi dei crateri lunari, pericolosissimi per chi va in moto e per chi usa l’automobile, con gli utenti della strada costretti a gimcane ed equilibrismi che possono diventare fatali. Eppure nel paese, tra i più antichi della Valle del Crati, la gente si lamenta e protesta. Ma la situazione non cambia, segno di un’amministrazione comunale che non sembra attivarsi per garantire la sicurezza pubblica. Nella contrada Quercia Rotonda sono numerose le voragini che distruggono e sconquassano pneumatici e sospensioni, pericolose per gli autisti anche perché non segnalate da alcun cartello stradale.
Se paragoniamo la città ad una abitazione, le strade ne sono il pavimento: la cura con cui manuteniamo i nostri parquet, tuttavia, non è la stessa degli amministratori pubblici nei riguardi delle vie di Tarsia. Occorrerebbe revisionare le modalità con cui vengono costruite le strade, adottando le migliori tecnologie a disposizione per tutelare la collettività, piuttosto che limitarsi a sistemare i tratti danneggiati. Ma, considerata l’assenza di interventi efficaci, le segnalazioni dei cittadini rischiano di restare inascoltate. E qualche domanda non può che sorgere spontanea: chi risponderà dei danni riportati dalle svariate macchine, considerato che questi “crateri” possono essere difficilmente notati al buio? E cosa si aspetta a intervenire? Forse queste “trappole mortali” sono un problema di secondaria importanza? Ai posteri l’ardua sentenza, nella speranza di non dover raccontare gravi incidenti nel bel borgo di Tarsia. (an.bat.)
Se paragoniamo la città ad una abitazione, le strade ne sono il pavimento: la cura con cui manuteniamo i nostri parquet, tuttavia, non è la stessa degli amministratori pubblici nei riguardi delle vie di Tarsia. Occorrerebbe revisionare le modalità con cui vengono costruite le strade, adottando le migliori tecnologie a disposizione per tutelare la collettività, piuttosto che limitarsi a sistemare i tratti danneggiati. Ma, considerata l’assenza di interventi efficaci, le segnalazioni dei cittadini rischiano di restare inascoltate. E qualche domanda non può che sorgere spontanea: chi risponderà dei danni riportati dalle svariate macchine, considerato che questi “crateri” possono essere difficilmente notati al buio? E cosa si aspetta a intervenire? Forse queste “trappole mortali” sono un problema di secondaria importanza? Ai posteri l’ardua sentenza, nella speranza di non dover raccontare gravi incidenti nel bel borgo di Tarsia. (an.bat.)